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Salgono gli utili di Barovier & Toso

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Salgono gli utili di Barovier & Toso

Ricambio generazionale, internazionalizzazione e nuove tecnologie applicate a una tradizione antichissima. Ecco come la Barovier & Toso – storica azienda vetraria di Murano – è riuscita a far fronte alla crisi che ha colpito in questi anni il distretto.

«Chiudiamo l’anno con un utile del 40% – spiega Luigi Lucchetta, ceo e direttore generale dell’azienda nata nel 1295 nell’isola veneziana – un fatturato in crescita del 2-3% e un Ebitda al 12-13% che il prossimo anno vogliamo portare tra il 15 e il 20%». Come ci sono riusciti? «Partendo dal presupposto che non bisogna mai dare nulla per scontato – risponde Lucchetta –. E quindi investendo costantemente per innovare le tecnologie e le competenze professionali, anche in una realtà come la nostra, che realizza ancora oggi tutto a mano e si fonda su una tradizione centenaria». Perché se le tecniche della lavorazione del vetro sono le medesime di un tempo, cambiano invece le tecnologie da applicare ai prodotti, come ad esempio le fonti Led. Cambiano gli strumenti imprenditoriali per efficientare i processi produttivi, la comunicazione e le strategie commerciali.

Cambia il mondo: e per questo la Barovier & Toso, da sei anni a questa parte, ha puntato con decisione sui mercati esteri, dove oggi realizza quasi l’85% del proprio fatturato (13,5 milioni quest’anno), con una presenza in oltre 80 Paesi. Dopo anni di assenza, l’azienda è tornata a investire nelle fiere estere, come nuovo Salone del Mobile organizzato a Shanghai da FedrlegnoArredo: «Un’esperienza importante – dice Lucchetta – perché la Cina è tra i nostri obiettivi del prossimo triennio, assieme a Stati Uniti e Russia». Senza trascurare il Medio Oriente, il Giappone, l’Australia, tutti mercati che crescono in modo deciso. Stabili Europa e Italia.

La strategia distributiva guarda ai grandi progetti più che allo sviluppo retail e per questo l’azienda sta investendo, oltre che sulle fiere, sulle collaborazioni con studi internazionali di architettura e interior design. «Riteniamo sia questa la strada per crescere nel mondo, soprattutto nell’hotellerie ma non solo», dice ancora il direttore, ricordando i principali progetti sviluppati nel 2016: dall’Hilton della Mecca al Fondaco dei Tedeschi di Venezia, dal negozio Cartier di Ginza (a Tokyo) alla collaborazione con Bulgari sempre a Tokyo e a Shanghai. «Fondamentale è capire le specificità dei mercati e muoversi di conseguenza – aggiunge Lucchetta – in Russia ad esempio vendiamo bene attraverso i negozi. In altri Paesi abbiamo una rete di agenzie, in altri ci appoggiamo agli studi di progettazione. L’importante è essere flessibili».

E poi ottimizzare i costi e investire sulla formazione dei giovani: «Abbiamo 75 dipendenti e siamo tra i pochi nell’Isola che sono riusciti a integrare le nuove generazioni nel tessuto produttivo, abbassando l’età media, nell’ultimo triennio, dai 50 a i 35 anni».

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