Il pet market italiano vale circa 3,5 miliardi di euro, divisi più o meno equamente tra i 35 milioni di possessori di cani, gatti, uccelli, pesci e altri (tanti) tipi di pet. Tutti, a modo loro, da compagnia. A livello mondiale, come spiega Guido Guerzoni nel libro Pets (Feltrinelli), la cifra sale a 160 miliardi: il 50% è assorbito da scatolette, crocchette e altre delizie per palati non umani, l’altra metà è destinata a cucce, prodotti per l’igiene e la bellezza (sic) e naturalmente cure veterinarie e farmaci.
Fino a poco tempo cucce di ogni genere, da interni o esterni, erano monopolio di marchi specializzati, con prezzi e prodotti estremamente vari. A guinzagli e trasportini si sono dedicati già da qualche anno i marchi della moda e del lusso. Una sorta di gioco al “mini me” già sperimentato dai brand di abbigliamento per le linee junior, che soddisfano il piacere di vestire figlie e figli a immagine e somiglianza dei genitori. Ora sembra esserci una svolta: non più prodotti per gratificare i due zampe, bensì davvero adatti alle ( presunte) esigenze dei quattro zampe pelosi.
Nascono così i mobili della tedesca Goldtatze: cucce sospese, passerelle, grattatoi lunghi quasi due metri e appoggiati a una parte, come alberi domestici. Tutto per gatti, naturalmente, che adorano isolarsi e guardare il mondo dall’alto. Poi c’è la linea Lurvig di Ikea: non semplici miniature di divani e letti per esseri parlanti, bensì cucce create, prodotte e accessoriate pensando ai desiderata di cani e gatti (ammettendo che sia possibile sapere davvero quali siano). Brandodesign infine è uno spin-off di uno studio di architettura friulano che crea oggetti d’arredo e che ieri ha presentato a Milano la nuova Pet Home Collection: cucce per cani di design e con attenzione estrema alla naturalità dei materiali, come accade per i mobili per bambini. Per i gatti ci sono passerelle, “rifugi” sospesi e una torre-tiragraffi con annesso peluche in pelo di pecora.
Accanto alla collezione Brandodesign, la linea Dog-à-porter di Temellini: cappottini, impermeabili e altri accessori disegnati da Giovanna Temellini e Pierangelo Brandolisio. Indossati da nobili afgani e viziati chihuahua, ma anche bassotti, meticci e piccoli felini. Clienti ai quali non è dato commentare, ma che hanno molti altri modi, forse persino più eloquenti, per mostrare il loro gradimento. I più difficili sono i gatti, ma alla fine della serata anche loro sono sembrati soddisfatti, se non altro per l’attenzione ricevuta.
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