La chiave per il successo, spesso, sta anche nel talento di saper immaginare il futuro: così una ventina di anni fa l’allora quarantenne Mario Moretti Polegato, erede di un’importante famiglia di viticoltori, decise di fare un buco nelle suole delle sue scarpe surriscaldate dal caldissimo deserto del Nevada, durante un viaggio per il business di famiglia. Da quell’intuizione sarebbe nata poi la “scarpa che respira” e il marchio Geox, un gigante da 900,8 milioni di euro nel 2016 presente in 115 Paesi.
Come il suo fondatore e presidente, tutta l’azienda è diventata capace di immaginare il futuro, anche grazie ai suoi laboratori che hanno all’attivo 35 brevetti (altri 10 sono in attesa di registrazione), e al fatto che il 2% del fatturato è destinato a ricerca e sviluppo. La nuova fase del futuro di Geox si è appena aperta, grazie all’applicazione della tecnologia “che respira” all’abbigliamento: «Non solo tecnologia, confort e benessere: ora siamo pronti a diventare un marchio che fa anche stile – racconta Moretti Polegato dal quartier generale di Montebelluna (Treviso) –. Il nostro progetto di abbigliamento che respira è nato in collaborazione con università e centri di ricerca italiani e internazionali, con cui abbiamo studiato come far uscire l’umidità in eccesso che si forma indossando una giacca o un cappotto. Vi abbiamo portato i “buchi” delle nostre scarpe, che permettono di restare caldi e asciutti consentendo il passaggio dell’aria. Il nostro sistema garantisce un 40% in più di traspirazione rispetto a un capo che non l’ha».
I capispalla Amphibiox (nella foto) e Nebula della collezione invernale ora in negozio sono i primi a offrire questa tecnologia che convoglia l’eccessivo calore in un’intercapedine posta attorno al corpo, sotto la fodera, e lo fa uscire da una fascia di aeratori sulle spalle. «Oggi l’abbigliamento rappresenta il 10% del nostro fatturato, ma abbiamo grandi aspettative di crescita – prosegue il presidente – . Geox è un marchio molto conosciuto in tutto il mondo , la brand awareness è del 65% nei Paesi in cui siamo presenti, e dove ci piace essere ambasciatori sia dello stile sia della tecnologia italiana».
Il nuovo retail concept di Geox, “Xstore”, lo conferma, con la X iniziale che evoca la passione per la tecnologia come la X finale del nome del marchio: «Il cuore del nuovo format è l’education table, tavolo dotato di touch screen con cui il cliente può interagire con l’azienda e fare shopping. Pavimenti a mosaico, affreschi e mattoni portano un tocco di italianità, che soprattutto all’estero viene immediatamente riconosciuto». Inaugurato a Roma, nello store di via del Corso, e proseguito a Milano, Londra, Toronto, Kuala Lumpur, «con risultati eccellenti», il progetto Xstore sarà applicato agli oltre 1.100 monomarca Geox .
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