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Grandi Hotelier d’Italia

Aldo Melpignano: «Feste, eccellenze del territorio e aria di famiglia: ecco la formula del successo di Borgo Egnazia»


Aldo Melpignano: «Senza falsa modestia, posso dire che la mia famiglia, con Borgo Egnazia, ha contribuito alla moda delle vacanze in Puglia».

Justine Timberlake l’ha scelto per il suo matrimonio con Jessica Biel, Madonna per festeggiare il compleanno, e secondo Serve Dive, fondatore di Pure e di altre importanti fiere internazionali di turismo, «è l’albergo più bello del mondo per le vacanze di famiglia». Parliamo di Borgo Egnazia, un hotel costruito dal nulla a Savelletri di Fasano, in provincia di Brindisi, tra gli ulivi millenari e il mare, sul modello di un paesino pugliese, con la pietra chiara, i muri spessi e gli interni affidati a uno scenografo, Pino Brescia, che ha usato tutti gli elementi del territorio, colori, tessuti, ma anche fiori di campo, piante, aromi, frutti, oggetti di lavoro agricolo. Nell’insieme, è lo scenario più rappresentativo del territorio, del suo ritmo, dei suoi profumi, eppure è al 100% nuovo, frutto dell'immaginazione di Aldo Melpignano, figlio dei proprietari che avevano costruito la struttura per poi venderla. Lui, invece, ha voluto rischiare e provare a dar vita a un nuovo progetto di ospitalità, che ci racconta.

Aldo Melpignano

La casa di campagna diventa hotel
«A differenza di altre famiglie del settore, non siamo albergatori da generazioni. Però siamo sempre stati molto ospitali, e una ventina di anni fa mia madre Marisa ha deciso di trasformare la masseria dove passavamo le vacanze in un hotel di alto livello, seguendo i primi esempi in Puglia. Nel 1996 è nata la Masseria San Domenico, e con essa la nostra attività. Possiamo dire di essere albergatori per caso», scherza Aldo Melpignano, uno sperimentatore in questo campo, con nuove visioni e la capacità di metterle in pratica.

Pugliesi con esperienza internazionale cercasi
«Avevo 18 anni quando abbiamo aperto la Masseria, e mi sono subito appassionato al mondo dell'ospitalità. Per farlo bene deve piacerti far contenti gli altri, e anche servirli. E se ti piace, credo che non ci sia un lavoro migliore. Prima di cominciare l’università ho preso un periodo sabbatico per imparare l’inglese e aiutare mia madre nell’avviamento del progetto. Andavamo insieme nei ristoranti di Londra e di New York in cerca di giovani pugliesi con esperienza che volessero tornare a casa. Così abbiamo conosciuto Angelo, un ragazzo che lavorava al Dorchester Hotel di Londra, e oggi è ancora con noi».

Il metodo
Successivamente e per un po’, Aldo si è allontanato dall'attività di famiglia, pur sapendo che vi sarebbe tornato. Non prima, però, di aver completato un onorevole curriculum che lo rendesse ufficialmente pronto per occuparsi delle proprietà: una laurea in Economia, un impiego in banca d’affari, un master negli Stati Uniti, un’esperienza al Morgans, il gruppo alberghiero di Ian Schrager, uno dei maggiori innovatori dell’hotellerie contemporanea: «Grazie a questo lavoro ho imparato quanto contano il design, la comunicazione, un team ben costruito. Era una splendida macchina operativa, con un’organizzazione infallibile sul piano commerciale, sul revenue, sugli asset. Schrager è un genio».

Tradizione in chiave innovativa
«Sono tornato a casa nel 2007, a 30 anni, mentre i miei genitori stavano costruendo Borgo Egnazia per venderlo. Invece io vedevo l’opportunità di realizzare qualcosa di diverso dalla Masseria San Domenico, che si rivolgeva a una nicchia: solo adulti in cerca di benessere e relax. A quel punto mio padre mi ha consegnato le chiavi del cantiere e mi ha detto: fanne quello che ritieni opportuno».

Un albergo deve essere dinamico
«Sono sempre partito dal vissuto personale, pensandomi come viaggiatore. Volevo fare un hotel per famiglie, come la mia, e introdurre grandi eventi per intrattenere gli ospiti. In generale volevo rivolgermi a un pubblico che cerca la tradizione in chiave innovativa, una vacanza dinamica e un luogo conviviale, che facilita la conoscenza. Abbiamo cercato di mettere insieme questi elementi ed è risultato un successo a livello internazionale che non ci aspettavamo e di cui siamo orgogliosi».

Dal matrimonio di famiglia a quello dei vip
«Oggi si viaggia con i figli e spesso anche con i nonni, le zie, i fratelli. Da noi arrivano gruppi con tre, quattro generazioni e fortunatamente abbiamo progettato spazi per accoglierli. Quanto agli eventi, il primo è stato il mio matrimonio, poi sono arrivati quelli dei vip. Ho conosciuto la community dei wedding planner, e li ho portati in Puglia. Un po’ il posto che piace, un po’ la collaborazione di grandi organizzatori, un po’ il team che abbiamo costruito, siamo diventati un punto di riferimento nel settore».

Ritorno alla semplicità
«Quando è iniziata la grande crisi finanziaria nel 2008, il mondo del turismo ha preso le distanze dall’opulenza ostentata, portando in auge destinazioni come la Puglia, dove si vive una vita semplice. Noi abbiamo colto quell’opportunità, anche grazie al supporto delle istituzioni, e l’abbiamo coltivata, non senza fatica.
Si è innescata una dinamica virtuosa e la destinazione è diventata appetibile. Senza falsa modestia, posso dire che la mia famiglia ha contribuito alla moda delle vacanze in Puglia».

Puntare al 100% sul territorio
«Valorizziamo le nostre tradizioni, proponiamo esperienze locali, sia all’interno dell’hotel sia fuori, facciamo una ricerca attentissima sul cibo: circa il 95% di quello che usiamo è prodotto in zona, abbiamo i nostri allevamenti, il macellaio in casa, i nostri pescatori di fiducia, i nostri orti e frutteti».

La festa della pugliesità
«La Festa del Borgo è il nostro orgoglio: era nata per celebrare il Ferragosto ed è diventata così richiesta che ne facciamo quattro ogni estate, portando nella nostra piazza artigiani, musicisti, giocolieri pugliesi. Ma in qualunque momento dell’anno (sono aperti tutti i 12 mesi, ndr) succede qualcosa: la Domenica del villaggio, la festa dei pomodori, lezioni di pizzica, dimostrazioni di mozzarella e di giocattoli con le pale di ficodindia, il programma Tarant alla spa...»

In vacanza come una volta
«La vacanza a Borgo Egnazia si ispira alle estati di quando eravamo bambini noi quarantenni: stessa spiaggia, stesso mare, stessi amici con i quali si andava a zonzo. Oggi, per esempio, io non lascerei i miei figli da soli in giro per il paesello. Perciò a Borgo Egnazia abbiamo ricreato una situazione di sicurezza che dà ai ragazzi la libertà di muoversi e ai genitori la tranquillità».

La linea di confine tra staff e ospite si assottiglia sempre più
«Prima andava di moda il maggiordomo impostato, oggi c’è un modo di servire meno formale e più coinvolgente, e nel futuro vedo quasi una condivisione degli spazi e delle cose. Un domani non mi stupirei di trovare un mio dipendente seduto a pranzo con un ospite, anzi, è già successo. E chissà, magari la caffetteria dello staff potrebbe diventare tutt’uno con il ristorante dell’hotel. Lo chiamo “fusion service”, e nasce dall’esperienza. Il nostro capo del ricevimento è andato qualche volta a fare il bagno con i clienti alle 7 del mattino per dimostrare come è bello. Sono cose che succedono in modo spontaneo, stando sempre attenti però al confine tra professionalità e invadenza. Che non va mai superato».

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