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Professione naso: creatività tra chimica e marketing

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Professione naso: creatività tra chimica e marketing

«Il mio primo ricordo è l’odore di sangue e di acqua clorata di quando, da piccolissima, mi sono ferita il naso. Un ricordo olfattivo rimasto indelebile nella mia mente». Quello è stato l’inizio del percorso che ha portato verso la sua professione Laura Bosetti Tonatto, creatrice di profumi che nel 2015 ha lanciato il suo nuovo marchio Essenzialmente Laura e ha inaugurato la sua boutique in via dei Coronari a Roma. Una delle poche donne “naso” al mondo cresciuta accanto a una nonna appassionata di lirica e di profumi. Inizia a creare profumi nel 1986 a Brera a Milano, facendo le prime fragranze su misura. Magiche alchimie imparate alla scuola di Hassan, in Egitto e poi da Serge Kalouguine, della Parfumerie Fragonard di Grasse.

«Fare carriera è stato durissimo – racconta Laura –. Da Fragonard per i primi tre mesi non facevo altro che spostare i fustini delle essenze. Ho poi avuto la fortuna di avere un bellissimo rapporto con il grande maestro Guy Robert che mi ha fatto amare la rosa. I reali sauditi ne fanno coltivare una specie rarissima a Taif che ha una profumazione speciale a causa della forte escursione termica a cui è sottoposta. Costa oltre 50mila euro al chilo e una principessa me ne regala un chilo ogni anno». Tra viaggi ed esperienze, avverte: «La creatività non basta in questo mestiere: il momento creativo è un attimo, poi devi studiare il packaging, la comunicazione, tenere i rapporti con i clienti e i fornitori. Non può essere frutto dell’improvvisazione». Dal 2006 entra a far parte dello staff dell’università degli studi di Ferrara, facoltà di farmacia, come docente nel master di II livello in Scienza e tecnologia cosmetiche per i corsi “Profumi: arte e produzione” e “Aromacologia”.

Rimpiange di non aver potuto seguire un iter di formazione specifica, vista la sua laurea in economia e commercio, la giovane promessa della profumeria italiana Luca Maffei,figlio d’arte e naso dell’azienda di famiglia Atelier Fragranze Milano. «Papà e nonno sono del settore – racconta Luca –. Sono cresciuto tra i profumi, ma non pensavo di fare questo lavoro. A 25 anni però sono entrato in un laboratorio di profumeria e ho capito che invece quella sarebbe stata la mia strada. Avendo però compiuto studi economici non ho potuto iscrivermi al master dell’Isipca di Parigi, la scuola migliore per un naso secondo me, perché per entrare serve la laurea in chimica». Il suo è stato un percorso formativo individuale sotto la guida di Françoise Marin, profumiera ed ex direttrice della scuola di profumeria di Roure (Givaudan) di Grasse.

Figlio di un ingegnere chimico che si occupava di essenze naturali, anche il maestro profumiere Maurizio Cerizza, attualmente naso presso Cff Creative Flavours & Fragrances, ha conosciuto il mondo delle fragranze fin da piccolo. «Ho sviluppato abbastanza presto la mia attrazione per gli odori – racconta –, una cosa che accomuna quasi tutti i nasi. Sono stato affiancato da un profumiere della scuola di Roure mentre ero nell’azienda di mio padre. Poi ho iniziato a creare profumi per diversi marchi della moda. Ma la formazione non finisce mai».

È d’accordo Jacques Cavallier, naso di Louis Vuitton. Ha deciso che sarebbe diventato un profumiere a 5 anni, come il padre e il nonno. «Se sei di Grasse – dice – è molto probabile che qualcuno della tua famiglia lavori nel mondo dei profumi. Da piccolissimo ho sentito per la prima volta l’odore della rosa di maggio che è diventato parte del mio Dna. E aggiunge: «Il primo profumo che ho creato è stato L’Eau D’Issey di Issey Miyake in 1992; due anni dopo sono entrato alla Firmenich. Ho lavorato molto duramente. Un buon senso dell’olfatto non basta per diventare un naso. Serve allenamento e io mi alleno da 40 anni e mi confronto continuamente con chi lavora nel settore: dai coltivatori delle materie prime agli artigiani. Il profumo è universale e il punto d’incontro di questa universalità è Grasse».

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