Il mercato nel lusso continua a crescere: nel 2017 ha toccato i 915 miliardi di euro, +6% sul 2016, ed è pronto ad arrivare a 1,3 miliardi nel 2024. Non si ferma, ma segue nuove logiche: a partire dalle abitudini di consumo fino alle tipologie di prodotto. È questo lo scenario emerso dal convegno “Altagamma consumer and retail insight” durante il quale è stata presentata la quinta edizione del “True luxury global consumer insights” di Altagamma e Boston Consulting group (Bcg). Il report traccia delle tendenze ben precise, estrapolate dalle interviste a 12mila consumatori, con una media di spesa annua in prodotti di lusso di 37mila euro, in 10 Paesi (tra cui Cina, Usa, Italia, Francia, Giappone, Corea e Brasile).
Gli acquisti di prodotti luxury, innanzitutto, sono concentrati nella fascia più alta del mercato: 18 milioni di individui – pari al 4% dei 424 milioni di consumatori del lusso – assorbono il 30% del mercato in valore. I driver, in questo momento, sono due: «Cinesi e Millennials trainano la crescita del lusso – ha spiegato Nicola Pianon, senior partner e managing director di Bcg - e il loro peso è destinato ad aumentare notevolmente: i 20-35enni oggi assorbono il 30% del mercato del lusso, ma arriveranno al 50% nel 2024. I cinesi, invece, tra sei anni arriveranno a pesare il 40%, contribuendo alla crescita per il 70% circa». Il consumatore a più alto potenziale, di fatto, è il cinese under 35, che vive in una grandi città (“megacitier”) o un giovane abbiente che approccia il lusso per la prima volta (“rich upstarter”). O, ancora, un “fashionista” che ispira gli altri attraverso Instagram.
La crescita del lusso riguarderà soprattutto il segmento esperienziale, che oggi vale 585 miliardi di euro e toccherà gli 850 miliardi nel 2024. Tra i prodotti, continuerà l’ascesa del casual: secondo Bgc, sneaker, t-shirt e felpe oggi sono scelti dal 73% dei consumatori, +7% sul 2016. E non necessariamente giovanissimi.
I consumatori continuano a essere legati ai “tradizionali”valori del lusso: artigianalità, qualità. I Millennials aggiungono a questo paniere di valori importanti , a cui sono fedeli più dei padri e dei fratelli maggiori, anche originalità e divertimento. In questo scenario ben si inserisce il made in Italy: è in cima alla lista delle preferenze per il 30% degli intervistati, anche se, purtroppo, i cinesi sembrano tuttora più attratti dal made in France.
Impossibile non considerare i cambiamenti legati a internet che hanno modificato le strategie commerciali e di comunicazione. Il canale online dovrebbe rappresentare oltre il 15% del mercato del lusso nel 2024 e già oggi chi acquista online lo fa nel 55% dei casi via smartphone.
«Le aziende devono puntare sul digitale e ridimensionare la distribuzione wholesale e la presenza retail», ha detto Luca Solca, managing director global luxury goods di Exane Bnp Paribas, autore del secondo studio presentato ieri, l’Altagamma retail evolution. «Il monomarca deve diventare un luogo per scoprire il brand, mentre i department store devono trasformarsi in “curatori” di moda».
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