Preferirebbe non parlare di numeri, per una volta, Brunello Cucinelli. O almeno, non di quelli di bilancio. Nel giorno della presentazione della collezione donna per l’autunno-inverno 2018-19, il fondatore dell’azienda nata in Umbria 40 anni fa e quotata a Milano da quasi sei, cita altre cifre. «Per creare una delle maglie della prossima stagione fredda ci vogliono oltre 30 ore di lavoro manuale e non possono esserci capi identici – racconta –. I velluti visti in gennaio per l’uomo ci sono anche nella donna, cento righe o lisci, e tornano su borse piccole e grandi e persino sulle sneaker».
La strategia è molto chiara: proporre abbigliamento e accessori esclusivi, frutto di un’incessante ricerca stilistica e su materiale e lavorazioni. Il 2017 si è chiuso con ricavi a 504 milioni (+11% sul 2016) e per il 2018, con gli ordini di entrambe le stagioni già raccolti, la previsione può essere fatta: ennesimo aumento, quasi certamente a doppia cifra, di fatturato e utili. Lo sguardo di Cucinelli per il 20128 è rivolto soprattutto alla sua terra, con due ossessioni: la tutela del patrimonio culturale (che comprende, con pari dignità, il know how artigianale e chiese, monumenti, teatri) e la cura delle periferie. «Pensiamo sia un problema delle grandi città, invece vale anche per i paesi come Solomeo. Ho sempre detto di voler coniugare profitto e responsabilità sociale. Per quanto riguarda il primo, in azienda lavoriamo allo stile, a innovativi progetti retail, alla crescita della parte digitale».
E il secondo fronte, la sostenibilità, l’impegno per il territorio? «Quello per ambientale non potrà che crescere, è un percorso che ci entusiasma tutti. Sul fronte sociale, prosegue il progetto delle scuole interne e continueremo a migliorare le condizioni di lavoro delle nostre persone, ovunque si trovino. Ma comincio a vedere un collegamento tra quello che produciamo, capi e accessori senz’altro di lusso, e il pensiero che c’è dietro. Anche a chi non vuole un capo Cucinelli o magari esita di fronte al prezzo, vorrei trasmettere l’idea che ho del lusso, che è soprattutto prendersi del tempo per sé, magari staccando il cellulare e cercando di conoscere il mondo e le persone come si faceva una volta. Senza fretta, con il contatto diretto».
La presenza sul web del marchio rispecchia le idee sul lusso di Cucinelli: «Abbiamo due siti, uno per l’e-commerce, uno per raccontare la nostra storia. Tutto si intreccia, senza creare però confusione tra la voglia di comprare e quella di conoscere».
© Riproduzione riservata