Riccardo Tisci è il nuovo chief creative officer di Burberry. Prenderà servizio ufficialmente nell'headquarter di Londra il prossimo 12 marzo, come riportato in una nota diffusa dall’azienda, e presenterà la prima collezione a propria firma a settembre, presumibilmente durante la London Fashion Week sulla quale lo storico brand britannico, fondato nel 1856, punta tutto ormai da anni.
Di fatto, è una squadra tutta italiana quella alla guida di Burberry: Marco Gobbetti è stato nominato ceo lo scorso luglio, dopo essere approdato in azienda a inizio 2017 per ricoprire la carica di chairman per Asia e Medio Oriente. La carriera di Gobbetti si era precedentemente sviluppata all’interno della galassia Lvmh: alla guida di Céline e, prima ancora, nel 2004, da Givenchy. L’anno successivo alla direzione creativa della maison fondata da Hubert de Givenchy arrivò proprio Tisci, che ha lasciato l’azienda francese a inizio febbraio 2017 dopo ben 12 anni. I rumors puntavano tutti su un approdo di Tisci da Versace - Riccardo e Donatella hanno coltivato un’amicizia personale sbocciata anche in una collaborazione lavorativa, con la Versace protagonista della campagna pubblicitaria Givenchy A-I 2015 -, almeno fino all’annuncio di questa mattina.
Gobbetti e Tisci raccolgono un'eredità importante in casa Burberry: quella di Christopher Bailey (e, prima di Angela Ahrendts, “rubata” nel 2014 da Apple, dove attualmente ricopre la carica di senior vice president retail ) che aveva saputo rinnovare in modo radicale il brand puntando su nuovi format e nuove tecnologie, ma anche giovani talenti e discipline collaterali (come la musica). Il tutto nel tentativo di “svecchiare” lo storico brand e rivolgersi a una clientela in crescita: i Millennials, che solo dopo alcuni anni sarebbero stati categorizzati come tali. Bailey, che per un periodo ha guidato l’azienda sia come ceo sia come direttore creativo, ha lasciato la prima posizione la scorsa estate e la direzione creativa il 31 ottobre 2017.
La strategia di sviluppo di Burberry non è rimasta immune da crisi e ostacoli dettati dall’instabilità dei mercati e dalla rapidità del cambiamento delle abitudini di consumo della clientela. L’azienda ha chiuso il 2016 con ricavi per 2.766 milioni di sterline, assorbiti principalmente dalle aree Emea (36%) e Asia Pacifico (39%), e generati per il 77% dai negozi monomarca a gestione diretta che l’azienda ha in tutto il mondo.
L’ultimo dato economico disponibile è quello relativo al terzo trimestre 2017 : il fatturato dell’azienda si è attestato su 719 milioni di sterline, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2016. Su base comparabile, e quindi considerando solo i negozi aperti da almeno un anno, le vendite di Burberry sono aumentate del 2%.
Nei piani del management pare esserci un ”aggiornamento” della rete di vendita: tra le novità di inizio anno l’accordo con la piattaforma Farfetch per la distribuzione online dei prodotti Burberry in 150 Paesi.
Dopo l’annuncio, il titolo Burberry (Burberry Group: Lse) è salito del 5,09 % e di 78 punti base a 1.612 sterline (10:16 Gmt).
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