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Sotheby’s da record per orologi e gioielli. Le aste crescono online e…

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Sotheby’s da record per orologi e gioielli. Le aste crescono online e fanno il pieno di giovani

Anche i più accaniti teorici del web «cannibale» dovranno ricredersi di fronte a questo dato: mai come in questi ultimi dieci anni, quelli che hanno visto internet crescere e consolidarsi, Sotheby's ha venduto così bene orologi e gioielli. Per la casa d'aste nata a Londra nel 1744 il segmento watches&jewelry è uno dei più promettenti anche per il futuro: nel 2017 dalle aste dei gioielli sono stati ricavati 551,3 milioni di dollari, 55,4 da quelle di orologi. Fra 2008 e 2017 il valore delle vendite dei gioielli è aumentato del 138%, quello degli orologi del 76%. I partecipanti sono aumentati rispettivamente di tre e di due volte.

Un segmento prezioso, dunque, non solo per sua natura, ma per i bilanci della società tutta, che per curarlo al meglio ha creato a dicembre un profilo ad hoc e lo ha affidato a Laurence Nicolas, oggi global managing director della categoria, nonché vice presidente esecutivo di Sotheby's.

Nicolas, 53 anni, ha iniziato la sua carriera in Cartier, per poi diventare ceo della divisione orologi e gioielli di Dior (di cui ha lanciato anche la “fine jewelry” insieme alla storica designer Victorie de Castellane nel 2001). Forte di 25 anni di esperienza, ora la sua nuova sfida è accompagnare il secolare mondo delle aste in una nuova dimensione digitale: «Il mercato dei gioielli e degli orologi non è mai stato così globale come oggi – spiega –. La domanda sta crescendo sia nei mercati tradizionali, come Europa e Nord America, sia in quelli relativamente nuovi, Asia, Medio Oriente e America Latina. Nel 2017 da 103 Paesi hanno partecipato alle aste, con il 32% di clienti dei gioielli e il 50% di quelli degli orologi alla loro prima asta».

Laurence Nicolas

È stato il web a moltiplicare le opportunità di conoscenza, contatto e vendita per Sotheby's. Anche per questo, nel corso del 2018 le aste programmate solo online saranno il 62% in più rispetto al 2017: una delle prossime sarà organizzata a Milano, dal 17 al 30 maggio, con gioielli provenienti da una importante collezione privata della città, con pezzi che raccontano la passione dei proprietari per la natura, firmati Buccellati, Bulgari, ma anche con pezzi unici realizzati da artisti come Capogrossi, Afro, Facchini, oltre a gioielli couture di Valentino.

«Internet ha un ruolo cruciale – prosegue –: promuove le nostre vendite, permette di fare offerte da tutto il mondo, ma anche perché consente di raccogliere informazioni. Le case d’asta stanno investendo molto in formazione, organizzando anche incontri con gli specialisti. Il vecchio principio funziona ancora: più conosci qualcosa, più lo trovi interessante. Un esempio: in Asia la domanda per gioielli d'epoca era scarsa finché i nostri team non hanno iniziato a portare regolarmente pezzi vintage nelle aste locali. Oggi in Asia ci sono sempre più appassionati di questo genere di gioielli. E negli ultimi dieci anni, i partecipanti asiatici alle aste di orologi e gioielli sono aumentati di otto volte , quintuplicando la loro spesa».

L’orologio Henry Graves Supercomplication, venduto nel 2014 a Ginevra per 19,3 milioni di euro, la cifra più alta mai raggiunta per un orologio battuto all’asta.

Un dato ancor più interessante se confrontato con il deciso calo delle vendite delle nuove creazioni, soprattutto orologi, nel continente, e che la manager spiega così: «C'è sempre più interesse per pezzi unici, edizioni limitate non più disponibili sul mercato, e soprattutto oggetti con una storia importante – prosegue – . Il 2 aprile a Hong Kong batteremo l'orologio Roger Smith Series 2: sono serviti tre anni per realizzarlo, ed è oggi il primo orologio interamente creato e prodotto nel Regno Unito negli ultimi 50 anni. L'interesse per i marchi dell'orologeria indipendente sta crescendo, tanto che alcuni pezzi stanno raggiungendo i prezzi dei brand più ricercati, come Patek Philippe e Rolex».

Un'altra tipologia in forte crescita è quella dei gioielli appartenuti a famiglie reali o aristocratiche, che hanno visto aumentare le vendite del 90% dal 2007: «Anche per questo abbiamo appena annunciato la vendita del “Blu Farnese”, un diamanteblu i 6,16 carati appartenuto alla regina di Spagna Elisabetta Farnese e passato nelle più importanti famiglie della nobiltà europea. L’asta si terrà a Ginevra il prossimo 15 maggio».

Sempre a Ginevra nel novembre dello scorso anno Sotheby’s ha battuto il diamante CTF Pink Star, diamante rosa da 59,6 carati, per la cifra record di 71,1 milioni di dollari, la più alta mai raggiunta per la vendita di un diamante e di una gemma in generale

A cercare pezzi del genere sono sempre di più anche i giovani: «Gioielli e orologi sono anche le categorie che attraggono i clienti più giovani, soprattutto online, nonché le più seguite sui nostri account social, dove abbiamo oltre 1 milione di follower – dice Nicolas –. I Millennials sono collezionisti affascinanti: molto attivi sulle nostre aste online, desiderano un'esperienza di acquisto omnichannel, sono perfettamente informati e sanno sempre benissimo cosa stanno cercando».

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