Alla vigilia di Baselworld, la fiera annuale mondiale di Basilea per orologi e gioielli, i dati sull’export di orologi svizzeri forniscono una fotografia
interessante. L’industria orologiera elvetica rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta circa
il 90% della sua produzione. E le cifre della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH) sono quindi un termometro
rilevante. Queste cifre dicono che in febbraio l’export di orologi rossocrociati è stato di 1,75 miliardi di franchi (1,55
miliardi di euro), in aumento del 3,4% rispetto a un anno prima. Nei primi due mesi del 2019 le esportazioni sono state di
3,38 miliardi di franchi (2,99 miliardi di euro), in progresso del 2,1% in rapporto allo stesso periodo del 2018.
Trend positivo
Non si tratta di grandi aumenti, come si vede, ma molti operatori del settore considerano questi dati più che incoraggianti,
per almeno due motivi: ci sono sempre timori nel settore sul fatto che l’effetto combinato del rallentamento economico mondiale
e della forza del franco svizzero possa frenare l’export elvetico, ma in questo inizio di 2019 il trend emerso resta positivo;
il confronto con i primi mesi del 2018 è ostico, perché ci furono in quel periodo incrementi significativi per l’export, ciò
nonostante adesso si registra un miglioramento rispetto a quei già buoni livelli.
In Cina e Regno Unito le crescite più alte
Guardando ai principali mercati, si vede che nel mese di febbraio a spingere l’export svizzero sono stati soprattutto la Cina
e il Regno Unito, quest’ultimo protagonista di un vero boom, legato alla creazione di stock di orologi nel timore di future
difficoltà collegate alla Brexit. L’Italia dal canto suo limita molto la flessione, ma ancora non riesce a uscire dal segno
negativo. Questo l’andamento nella top ten dei mercati: Hong Kong -3,8%, Usa -6,6%, Cina +15,1%, Regno Unito +58,3%, Giappone
+19,4%, Singapore +18,6%, Emirati arabi +37,9%, Germania -9,1%, Corea del Sud +10,2%, Italia -0,9%. Per quel che riguarda
le fasce di prezzo, il progresso maggiore è stato quello degli orologi di gamma alta, sopra i 3 mila franchi; un piccolo incremento
c'è stato per i segnatempo da 200-500 franchi, mentre per le altre fasce di prezzo ci sono contrazioni.
Italia nella top ten di febbraio
Il quadro complessivo dei primi due mesi del 2019 è parzialmente diverso da quello del solo mese di febbraio. Ecco le cifre
dei mercati maggiori: Hong Kong -1%, Usa +0,8%, Cina -2%, Regno Unito +40,9%, Giappone +24,7%, Singapore +12,7%, Emirati arabi
+19,5%, Germania -4,5%, Corea del Sud +1,7%, Francia -7,5%. L’Italia è all’undicesimo posto, con un -7,7%. Il mercato italiano
è riuscito a rientrare nella top ten di febbraio, ma non in quella dei due primi mesi del 2019.
Prima edizione di Basilea senza il gruppo Swatch
Baselworld apre i suoi battenti il 21 marzo e durerà sino al 26 marzo. L’edizione di quest’anno è segnata dall’assenza di
marchi importanti. Clamoroso in particolare è l’abbandono da parte di Swatch Group, che con i suoi diciotto marchi è il maggior
gruppo orologiero elvetico (nel 2018 ha registrato un fatturato di 8,4 miliardi di franchi e un utile netto di 867 milioni
di franchi). Nick Hayek, ceo di Swatch Group, ha ribadito nei giorni scorsi che il gruppo considera superata la fiera tradizionale
e che punterà su eventi propri rivolti alla clientela; il numero uno di Swatch Group ha aggiunto che il gruppo sarà attento
sia ai canali tradizionali di vendita al pubblico, sia ai nuovi canali di e-commerce. Gli organizzatori di Baselworld dal
canto loro stanno puntando su una nuova organizzazione degli spazi e riaffermano l’importanza dell’appuntamento annuale di
Basilea. Baselworld punta inoltre su maggiori sinergie nei prossimi anni con il Salon International de la Haute Horlogerie
(SIHH) di Ginevra, l’altra rilevante fiera del settore in territorio svizzero.
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