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Il whisky rende più dell’arte: un tesoro a prova di Brexit

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Il whisky rende più dell’arte: un tesoro a prova di Brexit

Marka
Marka

Ambra nel bicchiere, nettare in bocca e oro in tasca. Il whisky scozzese affronta le incognite di Brexit con un doppio successo: vendite in aumento e valore in ascesa. Le esportazioni di whisky, parola che deriva da uisge, il termine gaelico scozzese per l’acqua, sono aumentate a livelli record lo scorso anno: 1,3 milioni di bottiglie per un valore di 4,7 miliardi di sterline. L’Europa è il mercato più grande, ma gli Stati Uniti hanno superato per la prima volta il miliardo di sterline di acquisti e la domanda dall’Asia aumenta a ritmi elevati. Le vendite all’India sono salite del 44% e quelle alla Cina del 35 per cento.

Oltre alla quantità, c’è anche l’aspetto qualità. Secondo il Luxury Investment Index, appena pubblicato da Knight Frank, il whisky scozzese ha superato l’arte diventando l’investimento più redditizio in assoluto, con un rendimento del 40% lo scorso anno, polverizzando il +12% delle monete, il +9% dell’arte e del vino e il +4% dell’oro. Alcuni single malt hanno avuto rendimenti del 600% nell’ultimo decennio.

Bene rifugio per Paperoni

I super-ricchi del mondo alla ricerca di investimenti alternativi hanno trovato nei whisky rari un bene rifugio che ha tutto il prestigio di una tradizione secolare. Il mercato delle vendite sia online sia nelle case d’asta è molto attivo e seguito da intenditori in tutti i continenti. Nel novembre scorso da Christie’s a Londra una bottiglia di Macallan del 1926 è stata venduta per la cifra record di 1,5 milioni di dollari.

Edizione limitata

Pochi nel mondo rarefatto del whisky scozzese hanno lo status di Alan Winchester, mastro distillatore di Glenlivet e responsabile delle distillerie Chivas Regal. I suoi 43 anni di esperienza nel settore gli danno una competenza unica che viene ora celebrata con un’edizione limitata di 150 bottiglie di whisky invecchiato per 50 anni che porta il suo nome.

Ogni bottiglia di The Winchester Collection Vintage 1967, destinata a intenditori e collezionisti in tutto il mondo, è numerata e costa 25mila dollari. Per dare un’idea, il whisky Glenlivet più diffuso è invecchiato per 12 anni. «Mentre il whisky matura nella botte di rovere, evapora ogni anno una percentuale del 2% circa, che noi chiamiamo la parte degli angeli - spiega Winchester -. Un whisky invecchiato per 50 anni ha perso il 60-80% del liquido, quindi quello che resta è molto prezioso. Questa edizione limitata ha i toni fruttati tipici del Glenlivet ma in più una grande complessità con note di albicocca e pesca e un accenno di mandorle tostate».

La bottiglia e la confezione sono degne del contenuto. Il compito di creare un involucro unico quanto il whisky è stato assegnato a Bethan Gray, nominata designer britannica dell’anno. Ispirandosi al paesaggio delle Highlands scozzesi, la Gray ha creato una scatola in legno d’acero verde scuro con un reticolo ramato che rende omaggio agli alambicchi dove viene distillato il whisky. Dai molluschi d’acqua dolce del fiume Spey, unica fonte d’acqua utilizzata per il whisky Glenlivet, deriva la madreperla che decora la scatola. La bottiglia soffiata e intagliata a mano crea un effetto sfumato nel colore del whisky che ricorda il lento processo di invecchiamento. «Ho voluto sottolineare l’affinità tra arte del design e arte del whisky, entrambi basati sull’attenzione alle materie prime e su una tradizione artigiana», spiega la Gray.L’attenzione a ogni dettaglio e la scelta di Glenlivet – che fa parte del gruppo Pernod Ricard – di affidare per la prima volta a una designer celebre la confezione del whisky riflettono la domanda da parte del mercato del lusso di creazioni uniche che elevano la bottiglia oltre che il contenuto a oggetto da collezione.

Il fascino delle cantine

Anche i comuni mortali sentono il fascino senza tempo della tradizione del whisky, immutata da secoli. La distilleria Glenlivet – fondata da George Smith nel 1824 - con i suoi giganteschi alambicchi in rame e le cantine stipate di botti accoglie ogni anno decine di migliaia di visitatori, molti dei quali italiani. La Scozia esporta whisky e importa turisti. Il 36% delle esportazioni è diretto verso l’Unione Europea. motivo per cui Brexit e il timore di dazi creano una certa apprensione in Scozia, dove i due terzi degli elettori hanno votato a favore di restare nella Ue. Karen Betts, chief executive della Scotch Whisky Association, afferma che «è essenziale che tra Gran Bretagna e Ue si stabilisca un’intesa di libero scambio».

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