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Roberto Cavalli, i sindacati chiedono un tavolo di crisi

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Roberto Cavalli, i sindacati chiedono un tavolo di crisi

Blocco totale delle attività da alcune settimane, e incertezza che sta crescendo ancora più dopo l’uscita del direttore creativo Paul Surridge. Allo stabilimento fiorentino della Roberto Cavalli le acque sono agitate, al punto che i sindacati – dopo un incontro con l’azienda che non ha portato chiarimenti – hanno chiesto alla Regione Toscana l’apertura di un tavolo di crisi. Il primo incontro è fissato per lunedì 1 aprile, sotto la regìa di Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro del governatore toscano Enrico Rossi.

I 200 lavoratori avevano chiesto lumi sull’ipotesi di pre-concordato da presentare in alternativa alla vendita al gruppo americano Blue Star Alliance, ma «al di là della conferma degli scenari riportati dalla stampa – lamentano i sindacati – l’azienda non è stata in grado di fornire elementi chiarificatori a causa dell’ulteriore rinvio dell’assemblea dei soci del fondo Clessidra, proprietaria dal marchio».

Alla base della crisi aziendale, secondo Filctem e Filca, «la volontà prematura di Clessidra di disinvestire sul marchio unitamente al mancato raggiungimento degli obiettivi individuati dalla strategia di rilancio delineata dalla programmazione manageriale che avrebbe dovuto concludersi, secondo le interviste più volte rilasciate alla stampa dal ceo, Gian Giacomo Ferraris, con il raggiungimento dell’equilibrio dei conti al 31 dicembre 2018».

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