Quando si parla dell’Umbria vengono in mente il bel paesaggio, il buon vivere e l’artigianalità e qualità delle produzioni,
in particolare quelle del tessile-abbigliamento, vista la presenza di marchi come Brunello Cucinelli, Luisa Spagnoli, Fabiana
Filippi, Lamberto Losani, Mastro Raphael, Ellesse o Alcantara. È per difendere quest’immagine di grande valore, e per evitare
che venga compromessa da “devianze” pericolose, che la sezione tessile-abbigliamento di Confindustria Umbria ha appena deciso di fare un passo ulteriore rispetto a quanto previsto da norme europee e nazionali, varando un Codice di condotta, il primo del settore fatto nel sistema-Confindustria, per diffondere – e rendere di fatto obbligatori - valori e regole strategiche che sono già patrimonio delle realtà più grandi
e strutturate.
Il Codice impegna gli associati (una quarantina tra cui tutti i nomi più conosciuti, per un totale di 2.800 dipendenti e più
di 1,3 miliardi di fatturato) al rispetto dei diritti umani prestando attenzione, nell’esercizio dell’attività, a contrastare
tutte le forme di sfruttamento del lavoro, e in particolare del lavoro minorile, lungo l’intera filiera di fornitura e subfornitura.
Le aziende si impegnano anche a garantire ambienti di lavoro sicuri, tutela dell’ambiente e miglioramento delle prestazioni in direzione della sostenibilità, a offrire
prodotti e servizi di qualità.
«Diversi marchi importanti del settore – spiega Massimiliano Bagnolo, presidente della sezione tessile-abbigliamento di Confindustria
Umbria – si erano già dotati nel tempo di codici etici. Noi abbiamo voluto mettere a fattore comune le buone pratiche già
adottate da alcune aziende, le abbiamo analizzate, confrontate con quelle di altre realtà più grandi e abbiamo elaborato un
Codice di condotta che dà spessore e robustezza a questi valori, adottato a livello associativo».
Il Codice, frutto anche del confronto con Confindustria nazionale e con Sistema Moda Italia, è stato approvato all’unanimità
sia dal consiglio direttivo e dall’assemblea della sezione tessile-abbigliamento, che dal consiglio generale di Confindustria
Umbria. Ora che è operativo, porta con sé anche delle sanzioni: chi non si attiene alle regole previste, può arrivare ad essere espulso dall’associazione.
«Il Codice rappresenta un impegno prescrittivo nei confronti dei lavoratori ma anche dei fornitori, dei clienti, dei collaboratori e della comunità – aggiunge Bagnolo – e vuol essere una guida che orienta i comportamenti. Il tema di rilievo, che l’associazione pone al primo posto, è la cultura della legalità».
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