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Dossier Altro che bitcoin: l’investimento migliore sono gli orologi

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    Dossier | N. 18 articoli Orologi, l'industria del tempo

    Altro che bitcoin: l’investimento migliore sono gli orologi

    Per la stampa di settore le aste di orologi sono da sempre un tema prioritario: la sezione dedicata alle quotazioni e agli appuntamenti da non perdere è sempre aggiornata, come accade sulle riviste specializzate in arte. Ma le aste di segnatempo iniziano ad attirare sempre più attenzione anche da parte di quotidiani come il New York Times: da oggetto del desiderio di collezionisti o appassionati, gli orologi sono diventati un investimento. Di quelli che non tradiscono, che non sorprendono con bolle spropositate e successivi crolli, come è accaduto con il bitcoin.

    L’articolo apparso un paio di settimane fa sul New York Times si intitolava Watches Are Yet Another Easy Way Rich People Make Their Money Into More Money (Gli orologi sono l’ennesimo modo in cui i ricchi fanno fruttare i loro soldi) e spiegava che il mercato degli orologi di alta gamma sta diventando uno degli investimenti preferiti di chi ha grandi patrimoni. Il rischio bolla in realtà c’è, scrive Alex Williams sul Times: «Le persone che seguono le aste di orologi da tanto tempo perché hanno un’autentica passione e sono collezionisti sono i primi a considerare esagerate le attuali quotazioni di alcuni Rolex, Patek Philippe e Omega modello Speedmaster. Ci si chiede quanto ancora i prezzi possano salire». Il trend continua, come dimostrano le ultime aste a New York e Dubai e come, ci si aspetta. confermeranno quelle di primavera a Ginevra.

    Sul mercato americano c’è poi l’effetto Silicon Valley: potrebbe sembrare strano ma sono proprio i miliardari del settore high tech ad essersi appassionati di orologi meccanici, simbolo per eccellenza di tecnologia antica. John Mayer (fondatore di Digg) e Matt Jacobson, uno degli uomini di Facebook più vicini a Mark Zuckerberg, hanno costruito piccoli musei privati, più che collezioni, di Rolex e Patek Philppe. La fama di bene rifugio invece attrae, conclude il New York Times, piccoli investitori. Si cita il caso di un neo laureato della School of Business dell’università di Los Angeles: «Ho investito 2mila dollari in American Apparel e li ho persi tutti con la bancarotta della società. Ma due anni fa ho speso 13mila dollari per un Rolex Submariner che oggi ne vale 10mila in più».

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