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I bilanci del 2018 e le prime indicazioni dal 2019

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moda e finanza

I bilanci del 2018 e le prime indicazioni dal 2019

Nella foto in alto, da sinistra, un look Gucci, uno di Vuitton per la P-E 2019 e uno di Moschino per l’autunno-inverno 2019-2020
Nella foto in alto, da sinistra, un look Gucci, uno di Vuitton per la P-E 2019 e uno di Moschino per l’autunno-inverno 2019-2020

Di fronte all’andamento di altri settori e delle economie dei Paesi europei, Germania compresa, le indicazioni che vengono dai gruppi del lusso quotati (e non solo) confermano la resilienza del settore. Ricordata pochi giorni fa anche al Convegno Altagamma di Milano sia da Stefania Lazzaroni, direttore generale dell’associazione («il lusso cresce in media del 5% da 20 anni), sia da Giovanni Tamburi, il quale, dal punto di osservazione del private equity, confida su un trend ancora molto positivo a medio e lungo termine.

Lo scenario è confermato dai dati di esercizio 2018, confermati dalle numerose assemblee societarie della scorsa settimana, e dalle prime trimestrali, in particolare di Lvmh e Kering, rispettivamente primo e secondo gruppo al mondo del settore del lusso (nella foto in alto, da sinistra, un look Gucci, uno di Vuitton per la P-E 2019 e uno di Moschino per l’autunno-inverno 2019-2020).

Le italiane quotate: Tod’s e il focus sul retail
Giovedì scorso l’assemblea del gruppo Tod’s (che ha in portafoglio anche Hogan, Fay e Roger Vivier) ha approvato il bilancio chiuso al 31 dicembre 2018: i ricavi sono passati da 662,6 milioni a 636,9 milioni, con un utile netto di 68,7 milioni (pari al 10,8% dei ricavi). L’assemblea ha deliberato la distribuzione di un dividendo pari a 1 euro per azione, corrispondente a un pay-out del 70,2% e ha destinato 464.578 euro, pari all’1% dell’utile netto realizzato dal gruppo a uno speciale fondo di riserva destinato ad essere utilizzato per il perseguimento di progetti di solidarietà sul territorio locale. Una scelta che il gruppo guidato da Diego Della Valle fa da molti anni, con particolare attenzione, negli anni recenti, alle conseguenze dei terremoti che hanno colpito le Marche. Tra le imminenti novità per il marchio principale del gruppo, Tod’s, l’apertura di un flagship store di 1.300 metri in via Monte Napoleone, a Milano, anticipato da Carlo Alberto Beretta, general manager di Tod’s, durante il Convegno Altagamma dedicato al retail.

Ferragamo e l’attenzione alla sostenibilità
Assemblea di approvazione del bilancio anche per Salvatore Ferragamo, che ha chiuso il 2018 con un fatturato di 1.347 milioni (-3,3% rispetto al 2017), un ebitda di 214 milioni (-13,8% rispetto al 2017), un ebit di 150 milioni (-19,5% rispetto al 2017) e un utile netto di 90 milioni (-21,1% rispetto al 2017). Il dividendo ammonta a 0,34 per azione ordinaria in circolazione. Nel 2019 un’attenzione particolare è dedicata alla sostenibilità ambientale, tema al quale è dedicata la recente mostra del Museo Ferragamo di Firenze e al quale è ispirata la capsule collection 42 Degrees, costituita da una sneaker uomo, da una sneaker donna, da uno zaino e da una shopping bag. È stata concepita da due giovani designer della Salvatore Ferragamo, Flavia Corridori e Luciano Dimotta ed è il risultato di un concorso interno che ha visto la partecipazione di giovanissimi creativi della maison, secondo il brief “creare accessori con materiali sostenibili e coerenti con lo stile iconico del marchio”.

L’anno record di Aeffe
Grazie a tutti i marchi in portafoglio – Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini, Moschino, Pollini, Jeremy Scott e Cédric Charlier – il gruppo Aeffe ha chiuso il 2018 con ricavi a 176 milioni, in aumento dell'11,7% a cambi correnti rispetto all'esercizio 2017. Molto bene anche la redditività: l’ebitda è stato pari a 16,3 milioni (pari al 9,3% del fatturato), rispetto al risultato di 13,4 milioni di dell'esercizio 2017, con un incremento di 2,9 milioni di euro (+22%). L’utile netto dopo le imposte è stato di 8,8 milioni, rispetto all'utile netto di 6,8 milioni del 2017, riportando un incremento di 2 milioni (+29%). A livello consolidato, i ricavi sono stati di 346,6 milioni, rispetto ai 312,6del 2017, con un incremento dell'11,2% a cambi costanti e del 10,9% a cambi correnti. Analoghe forti crescite per gli indici di redditività: ebitda di 43,3 milioni (+18,5%) e utile di 16,7 milioni (+46%). A differenza di Tod’s e Ferragamo, Aeffe ha deciso di non distribuire dividendi: l’utile verrà destinato a riserva legale per 439.03o e a riserva straordinaria per l’importo residuo di 8.341.583 euro.

Moncler e il successo del progetto Genius
Il 16 aprile ha approvato il bilancio anche Moncler, lepre del lusso ormai da molti esercizi e il ceo e presidente Remo Ruffini ha spiegato che il primo trimestre «è in linea con le attese». Nel 2018 l’azienda ha raccolto i frutti del progetto Genius, che ogni mese porta bei negozi collezioni frutto della collaborazione tra Moncler e creativi di ambiti diversi. Il fatturato 2018 è cresciuto del 22% a cambi costanti a 1,4 miliardi, l’utile netto è stato di 332,4 milioni (+33%). Il chief corporate & supply officer, Luciano Santel ha spiegato che «la posizione finanziaria netta a fine 2018 era positiva per quasi mezzo miliardo: 450.,1 milioni contro i 304 milioni dell'anno prima». L'assemblea ha dato l'ok anche alla cedola di 0,4 euro per azione e nel corso dell'assemblea Santel ha indicato che Moncler prevede di aprire «15-16 negozi, in linea con l'anno scorso».

La maratona di Brunello Cucinelli
Prosegue anche la corsa, che potremmo definire una maratona, di Brunello Cucinelli, che ha chiuso l'esercizio 2018 con un utile netto normalizzato, che esclude il beneficio fiscale del Patent Box, pari a 46 milioni in crescita del 9,4%. Il CdA proporrà all’assemblea convocata per il 29 aprile 2019 la distribuzione di un dividendo di 0,30 euro per azione, pari a un payout ratio del 40,2%. Il fatturato è cresciuto dell’8,1% a cambi correnti (+10,7% a cambi costanti) mentre l'ebitda è salito dell'8,8% a 95,1 milioni. Aumento significativo delle vendite nei mercati internazionali (+8,8%), ma notevole anche per l’Italia (+4,2%), con l'Europa che ha segnato un +8,5%, il Nord America +3,9%, la Greater China +28,6%, e il Resto del Mondo +10,6%.

I big del lusso francese
Kering e Lvmh confermano la solidità dei rispettivi modelli di business, nonostante le incertezze geopolitiche che influenzano anche i flussi turistici, ai quali sono legati gli acquisti di beni di lusso. A trainare Kering è stata ancora una volta, nel primo trimestre, Gucci, con vendite in crescita del 20% (a cambi costanti) pari a 2,326 miliardi, a conferma del momento fortemente positivo che il marchio continua ad attraversare. Nel complesso, Kering ha chiuso il periodo gennaio-marzo con ricavi a 3,8 miliardi (+22% a tassi correnti, +17,5% su base comparabile) e i marchi di lusso (Gucci, Bottega Veneta, Balenciaga e Saint Laurent) hanno raggiunto un fatturato di oltre 3,6 miliardi (+17%) (e in particolare +19% per le vendite retail). Pochi giorni prima del dato Kering era arrivato quello di Lvmh: il numero uno mondiale del lusso ha iniziato l'anno con una solida crescita delle vendite, che hanno raggiunto i 12,53 miliardi nel primo trimestre (+16%) grazie al successo sempre crescente dei circa 70 marchi del gruppo, Louis Vuitton su tutti. La performance del gruppo di Bernard Arnault (primo del listino parigino CAC 40 a svelare i propri risultati trimestrali) è stata superiore ai consensus compilati dalle agenzie Bloomberg e Factset, che puntavano rispettivamente su 12,19 e 12,17 miliardi di euro.
La Moda e Pelletteria, divisione principale di Lvmh, ha generato da sola 5,1 miliardi di vendite nel trimestre, per una crescita organica del 15%. Sebbene le prestazioni del colosso Louis Vuitton non siano state indicate nei dettagli, Lvmh ha spiegato che la maison «continua i suoi notevoli progressi in tutte le aree. Per soddisfare la crescente domanda e limitare le scorte è stato aperto un nuovo laboratorio di pelletteria in Francia su un sito che può ospitare 500 persone. Sono in corso diversi altri progetti».

Il successo del casual e sportswear di BasicNet
Molto positivo infine il 2018 di BasicNet, gruppo fondato da Marco Boglione che negli ultimi anni ha cavalcato l’onda del successo di un modo di vestire più rilassato e in molti casi ispirato allo streetwear. L’assemblea del 19 aprile ha approvato la trimestrale, di buon auspicio per il nuovo ad, Federico Trono, fresco di nomina: il fatturato consolidato è cresciuto del 39% a 74,6 milioni e le vendite aggregate del 16% a 241,6 milioni. Del gruppo fanno parte i marchi Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, K-Way, Superga, Sabelt, Briko e Sebago.

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