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Sfila la prima collezione realizzata con l’intelligenza artificiale

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moda e tecnologia

Sfila la prima collezione realizzata con l’intelligenza artificiale

Un abito arancione acceso con un corpetto di velluto e una gonna di piume. Un paio di jeans chiari a vita alta. Un evening gown personalizzato da mini ruches che, dal blu notte, degrada nell’azzurro leggero. La particolarità di questi tre capi, indipendentemente dalle caratteristiche tecniche ed estetiche, è che sono stati progettati da uno smartphone. Così come tutta la collezione Annakiki for Huawei, presentata ieri a Milano.

Il marchio di telefonia cinese (che negli ultimi mesi è stato sotto i riflettori per le tensioni con il presidente Trump e la questione privacy legata alla nuova rete 5G) ha lanciato l’app Fashion Flair per i modelli P30 e P30 pro, capace di creare outfit di moda sulla base dei desideri dell’utilizzatore, proprio grazie all’intelligenza artificiale. L’app, sviluppata da un team italiano, è stata “addestrata” al fashion design attraverso 30mila immagini di riferimento tratte da collezioni di moda degli ultimi 100 anni e una serie di look delle ultime collezioni di Annakiki. Proprio la direttrice di questo brand, Anna Yang, è stata l’elemento umano che ha collaborato con l’intelligenza artificiale alla creazione di questi prodotti.

A livello tecnico, l’applicazione ha utilizzato la doppia unità di calcolo neurale (Npu), di cui sono dotati gli smartphone, per creare una proposta di outfit, sulla base degli input inseriti dalla Yang. A sua volta, l’app ha fornito “in risposta” una serie di proposte di outfit che sono state poi rielaborate dalla stilista e trasformate nei 20 capi in passerella.

«Perché non incorporare la proposta dell'intelligenza artificiale all'interno del processo creativo che porta alla definizione di un look? - ha detto la designer -. Questa capsule collection è solo un esempio di ciò che sarà possibile realizzare in futuro».

L’intelligenza artificiale, molto probabilmente, inciderà sempre di più sulla dimensione creativa del settore moda. In alcuni casi - da Yoox a Zegna - lo sta già facendo. «Fornendo i parametri base per la realizzazione di un abito, come colore, lunghezza, volume e texture, l’intelligenza artificiale è ora in grado di fornire uno spunto creativo ai designer da cui partire per poi realizzare le loro creazioni. La tecnologia e gli smartphone sono parte delle nostre vite, perché quindi non farli diventare un'ulteriore fonte di ispirazione?», spiega
Isabella Lazzini, Marketing & Retail Director Huawei CBG Italia.

Al di là di questi esperimenti e della risposta che il mercato potrà dargli - la collezione è in vendita su Luisaviaroma.com -, l’intelligenza artificiale viene impiegata dalle aziende della moda nei modi più diversi: dalla gestione degli stock all’assistenza alla clientela (con i Chat bot). Gli obiettivi? Rendere la macchina sempre più efficiente ed efficace. Grazie all’analisi e all’elaborazione dei dati forniti dall’utente.

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