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“Alain Delon”, la storia di un divo diventato marchio di moda

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“Alain Delon”, la storia di un divo diventato marchio di moda

Ci sono statue che cercano di catturare un fremito, quadri che provano a fermare uno sguardo. E poi, camicie che cercano di imprigionare lo charme di un’icona mondiale del cinema. Camicie (e scarpe, profumi, accessori, orologi, blazer) a marchio “Alain Delon”.

Alain Delon, Palma d'Oro tra le lacrime

Era il 1979 quando l’attore (che oggi ha 83 anni e ha appena ricevuto la Palma d’Oro alla carriera al festival di Cannes), in una fase di evoluzione della sua carriera, capì che il suo bellissimo volto e il suo stile potevano diventare un marchio commerciale. Oggi nel suo sito ufficiale, dallo stile un po’ vintage, si trova una sezione dedicata alle licenze, dove si può trovare anche un form da compilare qualora di fosse interessati ad acquistarne una: basta indicare i settori di interesse e se si è disposti a investire più o meno di 100mila euro.

Uno dei profumi Alain Delon

Adid (Alain Delon International Distribution), dunque, non produce direttamente, ma “vende” il nome dell’attore ad aziende che poi producono autonomamente: per l’Europa Adid ha sede a Ginevra e si può contattare solo con una mail o pre telefono; in Asia la sede è a Osaka e il referente indicato è Georges Seguy. Sì, perché l’Asia è il continente dove il marchio Alain Delon è più diffuso e apprezzato.

Tutto inizia nel 1975, quando gli occhi blu di Delon in “Zorro” incantano gli spettatori cinesi, che presto si appassionano al protagonista di uno dei primi film “occidentali” arrivati nel Paese. Delon diventa una sorta di eroe, un personaggio iconico, ed è per questo che i licenziatari più importanti oggi sono entrambi di Hong Kong: Pfi International ha la licenza degli orologi, l’eyewear è di Arena. I profumi (Alain Delon Parfums), invece, hanno sede legale a Zollikerberg, nel cantone dsvizzero di Zurigo. In Asia le creazioni Alain Delon si trovano in 10 Paesi, e arrivano anche in Australia e Nuova Zelanda.

Una camicia Alain Delon

Per vestire “Alain Delon” basta accedere a e-store come Zalora (piattaforma di Kinnevik AB e Rocket Internet che opera nel Sud Est asiatico), che vende gli orologi, maschili e femminili, mentre il menswear si trova nel malese Forest, dove un blazer in poliviscosa costa 471 ringitt, circa 100 euro, e una camicia 160 (35 euro). Le scarpe si possono acquistare su Walker, rivenditore di Bangkok, Thailandia, che dedica una sezione apposita a mocassini e sneakers “limited edition”, come su Larrie Shoes, di Kuala Lumpur (che nel suo sito dichiara di distribuire nel Paese anche Church’s e Geox ). L’offerta più ricca di abbigliamento Alain Delon la offre però il licenziatario slovacco, che a Bratislava ha anche un negozio, e che offre anche un servizio sartoriale a domicilio con possibilità di personalizzazioni.

I profumi, la categoria originaria di questa vivacissima brand extension, sono stati lanciati in 18 etichette, l’ultima nel 2003, con nomi orientali come Shogun, Samurai, ma anche i più classici Alain Delon pour homme, Lyra e Pharos, realizzati (come si legge sul sito specializzato Fragrantica) da Mark Buxton, Christine Nagel e Maurice Raucel. Sono disponibili anche in Italia, cliccando per esempio su Amazon o sull’e-store della catena di profumerie Galeazzi.

Non è finita: in Cambogia esistono anche le sigarette Alain Delon, create nel 1992, ritirate dal mercato nel 2014 e rilanciate nel 2016, prodotte su licenza da BAT Cambodia, che fa parte di British American Tobacco. In ogni caso, ok provare a indossare una camicia o un paio di scarpe, ma la strada per raggiugere la vetta di stile (made in Italy) di Alain Delon con il suo “Borsalino” nel film del 1970, per i creativi di tutto il mondo è ancora molto, molto lunga.

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