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Dossier A Firenze le cinque capsule eco-sostenibili del progetto «The time is…

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    Dossier | N. 11 articoli Moda sostenibile

    A Firenze le cinque capsule eco-sostenibili del progetto «The time is now!» di Ied, Detox e Greenpeace


    La moda sostenibile non è solo un trend del momento, ma una questione urgente, che riguarda tutti, proprio come la sostenibilità in senso generale riguarda tutti: persone, aziende, istituzioni private e pubbliche. Sul tema l’Istituto Europeo di Design (Ied) insieme al Consorzio Italiano Implementazione Detox (Cid) e Greenpeace Italia ha lanciato a gennaio il progetto The time is now! per lo sviluppo di collezioni uomo orientate all’impiego di materie prime ecosostenibili.

    Il risultato dopo cinque mesi di lavoro
    The Time is Now! è questo, un progetto di trasformazione che presenta oggi il suo risultato finale: 5 capsule collection eco-friendly e 5 fashion film di racconto, frutto del lavoro di 15 creativi selezionati fra gli studenti Ied dei corsi di Fashion Design e Fashion Stylist delle sedi di Milano, Roma, Firenze, Torino e Como. Il gruppo, con la direzione creativa di Alessia Crea, alumna Ied e co-fondatrice del brand Casamadre, è stato guidato nel progettare collezioni che potessero essere sostenibili, realizzate impiegando tessuti che derivano da una filiera che segue processi produttivi certificati o che utilizza fibre naturali o di recupero.

    I partner di Ied
    Il percorso ha avuto nel Cid un partner d’eccellenza, il Consorzio infatti ha aderito nel 2006 alla campagna Detox promossa da Greenpeace per sensibilizzare i grandi brand a rendere la moda libera da sostanze tossiche. Le collezioni The Time is Now! sono state realizzate con i tessuti forniti da aziende impegnate in Detox e selezionate per i processi attenti all’ambiente: Be.Mi.Va, Berto Industrie Tessili, Candiani Denim, Emmetex, Filati Biagioli Modesto, Furpile Idea, Industria Biagioli, Industria Italiana Fialti, Lanificio Mario Bellucci, Marini Industrie, Miroglio Group e Texmoda Tessuti.
    «Le aziende del nostro consorzio, che ringrazio per la grande disponibilità dimostrata, hanno contribuito al progetto attivamente, mettendo a disposizione i loro prodotti e la loro esperienza – dichiara Andrea Cavicchi, presidente Consorzio Detox –. L’impegno delle nostre imprese in progetti di sostenibilità, a partire dai principi Detox di Greenpeace, è per noi un elemento di grande riconoscibilità a livello internazionale, oggi rafforzato dall’ingresso di due nuove aziende della filiera moda: Antilotex Flock Italia e Quagli e Fioravanti Trading. Durante questa lunga collaborazione con Ied abbiamo potuto apprezzare la forte sensibilità dei giovani studenti per i temi del riuso, un interesse particolare ai processi tessili non inquinanti e ai sistemi di depurazione delle acque. Il loro lavoro non ha mai perso di creatività, gusto estetico e innovazione, dimostrando che la sostenibilità e l’economia circolare possono essere elementi di arricchimento della creatività dei giovani designer, soprattutto se supportati da un corpo docente qualificato».

    L’impegno di Greenpeace
    «Il sistema moda è ad un bivio e deve scegliere quale strada percorrere – commenta Chiara Campione, head della Corporate and Consumer Unit di Greenpeace Italia –. Non è più possibile proseguire con l’attuale modello di business basato sullo spreco e che fomenta una mentalità usa e getta con impatti ambientali che non possiamo più permetterci. Queste bellissime collezioni, pensate da designer di grande talento, mostrano che è possibile invertire la rotta attraverso l’innovazione e la creatività ed immaginare una rivoluzione della moda capace di rispettare le limitate risorse del nostro Pianeta. Le donne e gli uomini che hanno progettato queste collezioni ci ricordano che possiamo abbandonare l’idea di un “materialismo usa e getta” e convertire l’intero sistema a ciò che altri hanno definito un “vero materialismo” in cui i materiali, i processi per trasformali e l’ambiente di provenienza, sono considerati preziosi.»

    La mostra per Pittie i 5 progetti
    In occasione di Pitti Immagine Uomo 96, gli spazi della Corte della Palazzina Reale fanno da cornice ad un’esposizione statica indossata delle collezioni - Divisi, Human Trace, Oddly Beautiful, Parcae e Puru Puru - accompagnate dalla proiezione dei fashion film che, curati dallo stylist del gruppo, racconteranno per immagini il concept creativo.
    - Divisi di Violetta Gancia (Fashion Design IED Torino), Martina Modenese (Fashion Stylist IED Milano) e Marcello Pipitone (Fashion Design IED Milano) parte dal concetto della divisa che conferisce un'identità ma al tempo stesso spersonalizza. La collezione rivisita gli stilemi delle divise attraverso look dai volumi inattesi che guardano alla versatilità e alla trasformazione continua; i capi sono realizzati in tessuti strutturati, con tagli sinuosi e improvvisi innesti.
    - Human trace di Tatiana Ciardo (Fashion Stylist IED Milano), Erica Pepe (Fashion Design IED Firenze) e Lidia Vigna (Fashion Design IED Firenze) racconta la bellezza delle increspature e della trama della pelle umana; impunture e ricami di pizzo a chiacchierino si fanno impronte digitali sul tessuto.
    - Oddly beautiful di Minhae Ha (Fashion Design IED Milano), Zicen Zhang (Fashion Design IED Milano) e Francesco Saverio Costanzo (Fashion Stylist IED Milano) presenta capi dal taglio perfetto e realizzati con tessuti sostenibili ma che in un contrasto caleidoscopico ricompongono sfumature e colori brillanti ma ferali.
    - Parcae di Andrea Luisa Berger (Fashion Design IED Roma), Cecilia Fefe (Fashion Design IED Roma) e Rom Uzan (Fashion Stylist IED Firenze), si ispira ai canoni estetici di armonia ed equilibrio della Grecia classica con drappeggi misurati, pieghe profonde e studio geometrico di pesi e volumi.
    - Puru Puru di Vittoria Xerra (Fashion Design Accademia di Belle Arti “Aldo Galli”), Federica Murgia (Fashion Stylist IED Milano) e Veikko Seppala (Fashion Design IED Milano) presenta 5 look che esaltano la versatilità del tessuto e le potenzialità di trama e ordito. Il denim viene destrutturato, i volumi sono ampi e fluidi, accompagnati da preziose lavorazioni.

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