Il debutto nella moda di Sterling Ruby, artista americano che si muove attraverso discipline diverse, incluso il tessuto, il video e la scultura, promuovendo una estetica fortemente fisica nella quale il fare cose avviene attraverso l’assemblaggio e il trattamento violento delle superfici, è avvolta da un fitto mistero. Fino al 13 giugno, data fissata per lo show alle Pagliere di Boboli quale special guest di Pitti Uomo 96, non saranno rilasciate immagini dei capi, nè interviste.
L’account Instagram del progetto, il cui nome è S.R. STUDIO LA. CA. - in blocco maiuscole - rivela solo alcuni particolari di capi che si percepiscono realizzati in materiali robusti e forme da workwear, e poi decolorati, inzaccherati, acidati, cuciti a patchwork, schizzati da colate di dripping. In uno dei primi post si leggono le istruzioni per un sarto, che indicano di lasciare l’orlo vivo facendo abbondare la stoffa. In una IG Story recente, invece, si vede un intero pancale di bottiglioni maxitaglia di candeggina, indispensabili per le scoloriture e corrosioni che Ruby favorisce anche nella propria opera scultorea. Nato e cresciuto nella Pennsylvania rurale, Sterling Ruby oggi vive in California, a Los Angeles.
Appartiene a quella genealogia di artisti americani che da Pollock e Raushenberg arriva al presente: uomini che con l’opera, e con la propria interiorità, ingaggiano una battaglia fisica, verrebbe da dire muscolare, e che di questo confronto lasciano tracce tangibili sul prodotto finito favorendo il gigantismo della scala monumentale.
Ruby non è nuovo alla moda: ha collaborato in varie guise con l’amico Raf Simons, con il quale nel 2014 ha addirittura firmato a quattro mani una intera collezione e per il quale ha riprogettato il flagship store Calvin Klein - ormai chiuso - di Madison Avenue. Nella cultura di provenienza dell’artista, d’altronde, cucito e quilting sono azioni quotidiane condivise. Ruby ha infatti ricevuto la prima macchina da cucire a tredici anni, dalla madre, e ha preso subito a confezionarsi vestiti che includevano collage e patchwork ispirati al movimento post-punk.
Dal 2008, invece, la realizzazione di uniformi e abiti fatti di scarti tessili di opere è parte integrante della pratica collettiva del suo studio. S.R. STUDIO LA. CA. rappresenta però un avanzamento ulteriore: per la prima volta i capi stessi saranno prodotti in serie, e resi quindi disponibili per il pubblico. Unica notizia trapelata, la collezione avrà quattro divisioni, che dall’industriale salgono al pezzo unico.
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