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Attacco kamikaze, strage Isis in Libia

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Attacco kamikaze, strage Isis in Libia

Una nuova strage rivendicata dall’Isis insanguina la Libia, ormai teatro di violenti scontri tra i miliziani jihadisti e le truppe regolari. Due kamikaze dello Stato islamico si sono fatti esplodere ieri a bordo delle loro auto facendo strage ad al-Qubah, nell’est del Paese, a circa 35 chilometri da Derna. Il bilancio dell’attacco, sferrato anche con una terza autobomba azionata a distanza, è di almeno una quarantina di morti e decine di feriti, in gran parte persone in fila in macchina per fare rifornimento a una stazione di servizio.

Al-Qubah si trova sulla strada tra Baida - sede del governo ufficiale libico di Abdullah al-Thani - e Derna, ormai ampiamente controllata dal Califfato. L’attentato sarebbe una ritorsione contro gli attacchi subiti dall’Isis, come sottolinea la rivendicazione: un’azione per colpire le forze del generale Khalifa Haftar, che guida le operazioni contro le milizie islamiste nell’est del Paese, e per vendicare «i martiri musulmani di Derna». Il riferimento è alle oltre 60 persone uccise nei raid aerei condotti dall’Egitto e dalle forze di Haftar in risposta all’esecuzione di 21 cristiani copti egiziani. Dopo l’attentato, le forze armate libiche hanno lanciato nuovi raid contro le posizioni dell’Isis a Derna.

Intanto, lo Stato islamico avrebbe assunto ormai il pieno controllo anche di Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi dove ha imposto il coprifuoco dopo la preghiera dell’Ishaa. Il gruppo jihadista avrebbe occupato l’università e tutti gli edifici pubblici della città, da giorni contesa e al centro di pesanti combattimenti.

Sul fronte diplomatico, gli islamisti di Fajr Libya, che controllano Tripoli e la regione occidentale, a hanno escluso di partecipare a nuovi negoziati mediati dall’Onu. Il premier di Tripoli, Omar al Hasi, ritiene che «non si possa piu’ proseguire con il dialogo nazionale sponsorizzato dall’Onu (a opera dell’inviato speciale Bernardino Leon)», dopo i raid egiziani sulla Libia, seppure diretti contro l’Isis. Al Hasi ha accusato i gruppi di ex gheddafiani di essere dietro la nascita dell’Isis a Sirte. E un membro del Parlamento di Tobruk ha rivelato che i Paesi europei e occidentali avrebbero chiesto alla Camera libica l’allontanamento del generale Haftar, poiché la sua controversa figura ostacolerebbe il dialogo.

La via del negoziato resta l’unica percorribile: un «forte sostegno» alla mediazione dell’inviato dell’Onu in Libia e’ emersa dall’incontro a Washington tra l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, il segretario di Stato Usa, John Kerry, il segretario generale Onu, Ban Ki-moon, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry.

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Gruppi che occupano le città principali e movimenti in atto