(none)

Ucraina, Renzi contro il «monopolio della pace»

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Ucraina, Renzi contro il «monopolio della pace»

  • –Gerardo Pelosi

GLI OBIETTIVI

Oggi in Ucraina

e domani in Russia.

Il presidente del Consiglio cerca l’appoggio di Mosca

sulla crisi libica

Pienamente consapevole dello scarso peso politico dell’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa europea, l’italiana Federica Mogherini, Matteo Renzi sta cercando di ritagliarsi parte dello spazio di manovra politico-diplomatica occupato massicciamente ormai da mesi da François Hollande e Angela Merkel. Questo il senso della missione che porterà il premier italiano oggi e domani in Ucraina e poi in Russia. Se con il presidente ucraino, Petro Poroshenko si tratterà soprattutto di fare il punto sullo stato di attuazione degli accordi di Minsk, con Vladimir Putin il colloquio spazierà sui principali temi dell’attualità internazionale, quindi non solo Ucraina ma anche lotta al terrorismo e ricerca di soluzione diplomatica per la crisi libica così come (forse) anche nodo delle libertà politiche e democrazia all’interno del Paese dopo l’assassinio del dissidente Nemtsov.

Proprio in vista della missione ieri sera Renzi è stato coinvolto in una lunga conference call dedicata alla crisi ucraina con il presidente degli Usa, Barack Obama, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, François Hollande, il premier britannico David Cameron e il presidente del Consiglio Ue, David Tusk. Dai suoi interlocutori Renzi ha ricevuto informazioni utili per il viaggio, un bagaglio di informazioni che maschera i “paletti” dei grandi Paesi, preocupati che l’Italia ceda troppo al presidente russo. Renzi ha spiegato di avere chiesto lui l’incontro con Putin che già aveva visto al vertice Asem di Milano e poi al G20 in Australia per valutare l’effettiva volontà di Mosca di rispettare gli impegni di Minsk sull’Ucraina e per sondare la possibilità di coinvolgere il Paese (membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) nella stabilizzazione della Libia. Renzi sa di essere percepito in Europa e Stati Uniti come “amico” di Putin per i legami storici e la stretta cooperazione economica ed energetica ma agli altri capi di Stato e di Governo Renzi ha tenuto a chiarire che il suo viaggio non violerà il divieto europeo di tenere “regular bilateral summit” deciso dall’Ue da quando sono state introdotte le sanzioni.

Quindi quello di domani a Mosca non sarà un vertice bilaterale strutturato con ministri dei due Paesi (così come non fu un vertice la visita della Mogherini) ma non si esclude che da parte russa ai colloqui possa partecipare anche il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Renzi ha però ricordato che l’Italia non può essere esclusa da rapporti diretti con Mosca perchè il divieto di Bruxelles è stato in molti casi aggirato con incontri anche se non proprio bilaterali. È il caso delle recenti visite di Putin in Austria e Ungheria e, prima ancora, dei colloqui di Hollande in dicembre con Putin di ritorno dal Kazakhstan. Senza contare le numerose occasioni multilaterali Asem, Normandia e G20. Ma c’è di più. «Su Kiev – ha spiegato Renzi nella conference call – siamo un partner molto più pragmatico di altri e sulla Libia abbiamo interesse a un voto favorevole di Mosca al Consiglio di sicurezza». L’idea di Renzi, manifestata ai suoi interlocutori, è che non si può continuare a considerare la Russia come un avversario mentre è nel nostro interesse riavvicinare il Paese alla comunità internazionale. Ciò non toglie che l’Italia condanna le azioni di chi unilateralmente ha violato principi fondamentali del diritto internazionale ma «Mosca deve tornare ad essere partner credibile in tutti gli altri contesti a cominciare dalla lotta al terrorismo e al ruolo in Siria e Irak».

In qualche modo Renzi, con questo primo viaggio a Mosca, si inserisce nel formato Normandia nato a Deauville sotto l’egida di Hollande e Merkel. Due gli obiettivi di fondo: presentarsi alle autorità di Mosca come fattore di implementazione degli accordi di Minsk che non possono essere considerati frutto solo di Hollande e Merkel che non hanno il «monopolio della pace» e chiedere il sostegno di Mosca per la lotta all’Isis e la pacificazione della Libia. Sarà un Putin attento quello che ascolterà Renzi anche perché una voce amica potrebbe servirgli molto per porre rimedio ai suoi grandi problemi che possono riassumersi così: crollo del rublo, crollo del prezzo del petrolio, isolamento delle cinque grandi banche russe che non possono più cercare capitali sui mercati europei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA