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Putin riappare e flette i muscoli

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Putin riappare e flette i muscoli

  • –Antonella Scott

RESTANO I DUBBI

Il presidente ironizza («Senza

pettegolezzi ci si annoierebbe») ma secondo

molti osservatori ha dovuto

gestire il dopo-Nemtsov

Non si è messo a dare spiegazioni, ma è riapparso. Dopo una misteriosa assenza di dieci giorni, Vladimir Putin si è fatto riprendere ieri seduto a fianco del presidente kirghizo Aslambek Atambajev, nel Palazzo di Costantino di San Pietroburgo. E a scrutare quel viso si sono buttati i cremlinologhi che si erano affannati a interpretare un silenzio tanto lungo: non hanno trovato tutte le risposte. Putin è apparso pallido e impettito; per una volta ha parlato poco, affidando all’ospite il compito di rassicurare che sta bene, che non solo cammina ma guida. Mentre lo ascoltava, Putin sorrideva, ma sudava. L’incontro non è durato molto.

«Senza pettegolezzi ci si annoierebbe», ha tagliato corto il presidente commentando le mille voci di questi giorni. Ma se l’ipotesi di problemi alla schiena o comunque fisici appare credibile, il ritorno di Putin non dissipa le riflessioni inquietanti fatte fino a ieri: a partire dagli interrogativi sulla solidità del suo potere e su quello che potrebbe succedere alla Russia se d’improvviso Putin – che ha concentrato su di sé ogni minima decisione - non ci fosse più. Ma ora che ha ripreso il controllo, il presidente sarà impegnato a dimostrare di averlo chiaramente in mano. Non è forse un caso se poche ore prima il ministero della Difesa ha ordinato alla Flotta del Nord basata a Murmansk di porsi in stato di massima allerta per esercitazioni militari di sei giorni. Non erano programmate: ma dopo una settimana simile la Russia non può permettersi di apparire vulnerabile.

Le esercitazioni coincidono con le vistose celebrazioni per il primo anniversario del “ritorno in patria” della Crimea: il 16 marzo scorso il referendum, due giorni dopo l’annessione alla Russia. È l’altro elemento su cui verrà attirata l’attenzione, con l’aiuto di un film in cui Putin scandisce la sua verità sugli ultimi giorni di Viktor Yanukovich a Kiev, la fuga del presidente ucraino e la decisione di intervenire per evitare alla penisola sul Mar Nero - base della Flotta russa di Sebastopoli - gli sviluppi violenti a cui oggi assistiamo nel Donbass: «La Crimea – dice Putin nel film - è storicamente territorio nostro. Ci vivono russi. Erano in pericolo. Non potevamo abbandonarli». Al punto che sarebbe stato pronto a mettere in stato di combattimento anche le forze nucleari.

Ora invece la coreografia prevede la mobilitazione di 40mila uomini, 41 navi da guerra e 15 sottomarini nell’Artico, a un passo dai confini Nato di Norvegia e Paesi Baltici. La Russia, ha detto il ministro della Difesa Serghej Shoigu (che in alcune delle fantasie di questi giorni doveva assumere il potere al posto di Putin) deve far fronte a nuove minacce «che richiedono alle forze armate di rinforzare ulteriormente le proprie capacità militari».

Nell’ombra, naturalmente, resterà quanto avvenuto al Cremlino a prescindere dalla salute di Putin. I sospetti di un terremoto negli equilibri del potere in seguito all’assassinio di Boris Nemtsov, il 27 febbraio. L’assenza del presidente non ha fatto che alimentarli: sembra credibile l’ipotesi di uno scontro inedito tra l’Fsb (l’ex Kgb da cui viene Putin) e il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, da molti descritto come il mandante, uomo che i servizi vorrebbero ridimensionare ma che è cruciale per Putin, perché garante della stabilizzazione della Cecenia. Il presidente potrebbe trovarsi tra l’incudine e il martello, situazione insolita per lui. Ha risolto la faida, in questi giorni di silenzio? Alla vigilia del suo ritorno, un incendio ha avvolto il campanile del monastero Novodevichij di Mosca. Qualcuno vi ha letto un cattivo presagio.

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DIECI GIORNI SENZA VLADIMIR

Assenza ingiustificata

Dopo dieci giorni di sussurri e grida sulle sue condizioni fisiche e su dove potesse trovarsi, il presidente russo Vladimir Putin è riapparso in pubblico. A San Pietroburgo ha ricevuto il presidente kirghizo, ma non è sembrato a molti osservatori esattamente in splendida forma. Le ragioni della sua assenza restano misteriore e forse anche per questa ragione il Cremlino ha annunciato nello stesso giorno una maxi-esercitazione navale della Flotta del Nord con la mobilitazione di 40mila soldati e mezzi in stato di massima allerta.