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Nucleare iraniano, si tratta a oltranza

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Nucleare iraniano, si tratta a oltranza

Diminuzione dei cavalli e aumento dell’ottimismo, diceva una vecchia canzone: mentre scadeva la deadline di mezzanotte i negoziati sul nucleare iraniano sembravano rallentare inesorabilmente ma allo stesso tempo si moltiplicavano le dichiarazioni che davano l’intesa oramai vicina, anche a costo di prolungare le discussioni oltre il limite previsto. Nei corridoi dello storico hotel Beau Rivage di Losanna non si escludeva neppure la possibilità di una decisiva telefonata tra il presidente iraniano Hassan Rohani e Barack Obama.

Gli Stati Uniti hanno confermato la disponibilità a spostare di un giorno la scadenza per trovare l’accordo. «Abbiamo fatto sufficienti progressi nel corso degli ultimi giorni per meritare di restare fino a mercoledì (oggi, ndr)»,ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Marie Harf. Uno dei negoziatori iraniani, Hamid Baidinejad, è stato esplicito: «I negoziati vanno avanti finché non saranno garantiti i diritti dell’Iran al nucleare».

I più ottimisti, dopo il ritorno di Serghej Lavrov al tavolo negoziale del “5+1” a Losanna, sembravano i russi. «Le possibilità sono elevate», ha dichiarato il ministro degli Esteri commentando l’ipotesi di concludere la trattativa. Lunedì era ripartito per Mosca avvertendo che sarebbe tornato se si fossero riaperte le possibilità di arrivare a un accordo. «Le prospettive di questo round sono abbastanza buone - ha ribadito Lavrov in un’intervista alla Ria Novosti -. Le chance sono alte. L’accordo è possibile soprattutto se nessuno dei partecipanti aumenta la posta in gioco all’ultimo minuto nella speranza di ottenere qualcosa in più invece di mantenere l’equilibrio degli interessi. E questo equilibrio di interessi - ha aggiunto - si sta ancora formando». L’intesa sarebbe stata raggiunta su una parte delle sanzioni, stando alle parole del ministro russo. «Le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu dovranno essere revocate dopo che il sestetto di mediatori e l’Iran raggiungeranno un accordo».

Era questa la richiesta che aveva avanzato in pubblico la Guida Suprema iraniana Alì Khamenei, massima istanza della repubblica islamica. Secondo fonti diplomatiche le “chiavi” dell’accordo sono nelle mani della Guida. Solo il Grande ayatollah, il Rabhar, può davvero sbloccare il difficile negoziato accettando una revoca non contestuale ma graduale delle sanzioni contro l’Iran. Khamenei avrebbe condizionato la firma alla revoca immediata delle misure prese ai danni di istituzioni, società e persone fisiche iraniane. Ma questa è una condizione non gradita dagli Usa che vogliono una tempistica agganciata ai controlli sulla conversione a scopi civili del nucleare iraniano.

Quanto alle sanzioni unilaterali contro Teheran, ha aggiunto Lavrov, si tratta di una questione tra l’Iran e gli Stati che le hanno imposte. Una notazione assai interessante, se sarà confermata, e che riporta la questione più critica nel campo bilaterale, sottraendola all’accordo politico di Losanna. Forse si tratta di un modo per non mettere in difficoltà l’amministrazione Obama che già annaspa perché ha davanti un Congresso a maggioranza repubblicana inferocito per la possibile intesa con Teheran. Il leader americano è chiamato alla prova più difficile e complessa della sua presidenza. Un riavvicinamento tra Usa e Iran significa rimescolare le carte nel gioco strategico mediorientale con riflessi evidenti nei rapporti con i maggiori alleati di Washington, da Israele all’Arabia Saudita.

Israele ha fatto sentire di nuovo la sua voce. «Sembra che l’accordo di Losanna lascerà all’Iran delle strutture sotterranee, il reattore di Arak e delle centrifughe avanzate» ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il premier ha aspramente criticato il negoziato. «Secondo le nostre stime - ha affermato - il tempo per creare un’arma nucleare si ridurrà a meno di un anno e forse ancora meno. Ma a Losanna forse si sta accorciando pure il tempo della propaganda, più o meno giustificata, e questo lo sanno bene anche in Medio Oriente.

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