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1/6 Mistero Putin/ Il segno del comando

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    1/6 Mistero Putin/ Il segno del comando

    Nei giorni della “scomparsa” di Putin - tra il 5 e il 16 marzo - molti hanno fatto notare il contrasto tra questa assenza misteriosa e l'uscita di un film (Crimea: ritorno alla patria) preoccupato di esaltare il ruolo del presidente come architetto e pilota al comando dell'operazione che un anno fa si concluse con l'annessione della penisola ucraina alla Federazione Russa.

    Nel film Putin afferma che in quei giorni, se fosse stato necessario, avrebbe perfino preso in mano l'arma nucleare: come a chiarire che per difendere quelli che considera interessi del Paese sarà pronto a tutto. Lui o qualcun altro? Secondo il drammaturgo Vladimir Golyshev, autore di un libro sul presidente russo, il Putin riapparso dopo dieci giorni è una persona che potrebbe aver avuto seri problemi di salute, affidata ora ai farmaci. In un'intervista a Radio Svoboda, Golyshev fa riferimento allo sguardo stranamente euforico del presidente, il sorriso strano, la voce roca. Ma qualcosa di più grave sarebbe avvenuto in quei dieci giorni. Un confronto tra le fazioni tenute finora in equilibrio dal presidente, ma alle quali Putin starebbe cominciando a non apparire più come un asset, ma come un rischio. Malgrado questo avrebbero deciso di mantenerlo al suo posto, continuando a fargli svolgere «compiti di rappresentanza esterni» per evitare traumi al Paese. Ma in Putin, ripete Golyshev, «io vedo una persona che non prende più le decisioni».

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