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5/7 La «remontada» della Spagna/Tasse e imprese…

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    La solidità del governo ha permesso alla Spagna di insistere sul risanamento dei conti pubblici anche durante la recessione. Mentre l’applicazione diligente delle indicazioni arrivate da Bruxelles ha dato al Paese iberico più tempo per rientrare nei parametri previsti dagli accordi comunitari. I tagli alla spesa e le altre misure di austerity introdotte (e in prospettiva, la revisione delle pensioni) hanno dimezzato il deficit pubblico che tuttavia resta ancora al 4,5% del Pil. Mentre il debito pubblico che nel 2007 si attestava al 36% del Pil, oggi ha raggiunto il 100% del Pil. Sempre a sostegno dell'economia, Rajoy ha sbloccato velocemente i pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione: già nel marzo del 2012 – grazie a un accordo tra banche, amministrazioni e imprese creditrici – è stato costituito un Fondo speciale per saldare i debiti accumulati dalle varie amministrazioni pubbliche. Ad oggi risultano pagati oltre 30 miliardi di euro a oltre 150mila imprese. Con un effetto positivo sul Pil superiore all’uno per cento. La riforma fiscale di metà 2014 ha inoltre invertito la tendenza iniziando a ridurre le tasse su imprese e famiglie. E le privatizzazioni continuano come conferma l’operazione avviata su Aena, il maggiore operatore aeroportuale del mondo, dalla quale nelle casse pubbliche potrebbero entrare quasi 2,5 miliardi di euro.

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