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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2015 alle ore 08:11.

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Euribor, ma cosa fai? Questo indice (tanto caro a chi sta pagando un mutuo a tasso variabile) non ha battuto ciglio dinanzi all’escalation delle tensioni in Grecia e in Cina delle ultime tre settimane continuando a scendere, centesimo dopo centesimo. Ed ha continuato a scendere anche dopo il 3 giugno, quando il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha indicato nuove stime al rialzo per l'inflazione dell’Eurozona nel 2015 e 2016. Una buona notizia, a conti fatti, per i mutuatari italiani che stanno rimborsando un prestito a tasso variabile. L’Euribor infatti, al momento, non ha ancora invertito la rotta e prosegue nel trend discesista che lo vede stabilmente sottozero dal 19 gennaio. Ieri l’indice a 1 mese è stato fissato a -0,071% e quello trimestrale a -0,018%, minimi di tutti i tempi per un indice che ogni giorno rosicchia qualche centesimo al tasso Bce, altro parametro utilizzato per calcolare le rate variabili.

Questo è stato fissato dall’istituto di Francoforte allo 0,05% a settembre e da allora è fermo.

In ogni caso il continuo calo degli indici Euribor inizia a tradursi in sconti concreti sulle rate dei mutuatari. Questo perché l’Euribor viene sommato algebricamente allo spread nel calcolo del tasso nominale (Tan) sui cui viene determinata la rata. Quindi, quando negativo, l’Euribor viene difatti sottratto allo spread. Di conseguenza il tasso nominale del mutuo diviene paradossalmente inferiore allo spread stesso. È chiaro, siamo nel campo dei centesimi, ma trattandosi di importi consistenti (come quelli di un mutuo) un qualche effetto lo si inizia a vedere.

Ad esempio, su un mutuo da 150mila euro a 25 anni al tasso del 3% la recente escursione sottozero dell’Euribor a 1 mese sta comportando difatti un risparmio sulle rate di c 7 euro al mese, 84 euro l’anno.

Va detto che a beneficiare delle riduzioni sono perlopiù i “vecchi mutuatari”, ovvero quelli che hanno stipulato il mutuo prima del febbraio 2015. Dopodiché molti istituti hanno deciso di correre ai ripari inserendo nei nuovi contratti un limite alla discesa dell’Euribor («non può essere inferiore allo 0,001%» oppure «il Tan non può essere inferiore allo spread» si legge nei fogli informativi). Un limite tecnicamente discutibile perché se l’Euribor, al pari degli indici che misurano il costo del denaro all’ingrosso (l'Euribor sintetizza il tasso a cui un panel di banche prevalentemente europee dichiara di prestarsi denaro fra loro) è negativo non è certo per caso. Questo indice non è altro che il riflesso di quanto accade nell’economia reale, ingloba quindi molte variabili come liquidità in circolazione, aspettative di inflazione, politica monetaria, ecc. Quando l’Euribor è negativo vuol dire verosimilmente che l’inflazione è molto bassa o addirittura non c’è (anzi ci può essere deflazione). Può anche voler significare che l’economia è stagnante o recessiva e via dicendo. Quindi alcuni si domandano se sia giusto da parte delle banche mettere un pavimento alla discesa dell’Euribor nel calcolo delle rate che può penalizzare i mutuatari perché non adegua del tutto il tasso al contorno macroeconomico. Al momento, trattandosi di pochi centesimi, questa decisione è passata ai più inosservata. Ma cosa accadrebbe se l’Euribor dovesse continuare a scendere in linea con, ad esempio, il Libor (l’indice interbancario utilizzato in Svizzera) che al momento è a -0,75%? Di fronte a un tasso negativo così alto sarebbe ancora giusto applicare il tetto nelle rate?Il dibattito resta aperto, ma va detto che al momento le probabilità che l0Euribor continui a scendere in modo vigoroso sono ridotte. Ce lo dicono i future dell’Euribor a 3 mesi secondo cui questo indice dovrebbe tornare positivo entro fine anno.

Ma come mai, al di là delle previsioni future, l’Euribor continua a dimostrare una forte resistenza verso il basso e non ha per nulla sofferto le tensioni in Grecia? «L’andamento dell’Euribor non è tanto correlato alla tenuta economica europea e presenza della Grecia all’interno della stessa, ma alla credibilità e spinta delle politiche monetarie Bce, che a loro volta dipendono dalle aspettative di inflazione. Il mercato interbancario risulta quindi solido e ben tutelato dalla Bce – spiega Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it -. Guardando l’inflazione, le aspettative di crescita sono state riviste a inizio giugno al rialzo, e di conseguenza il mercato si attende un Euribor 3 mesi di nuovo in terreno positivo a fine 2015, con Euribor sotto allo 0,20% per un ulteriore paio di anni e una seguente lenta e continua ripresa che porterà l'Euribor 3 mesi a superare la soglia dell’1% non prima del giugno 2020».

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