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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2015 alle ore 06:35.

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Da Salonicco a Corfù, da Cefalonia a Zante. E poi gli scali di Rodi, Mykonos, Kos, Samos, Santorini. Quattordici aeroporti regionali greci, compresi alcuni simboli del turismo ellenico, parleranno a breve tedesco. Con un decreto approvato il 13 agosto e ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il governo di Alexis Tsipras ha infatti dato il via libera all’operazione con cui la gestione di questi scali passerà per 40 anni a un consorzio guidato dalla tedesca Fraport, la società a maggioranza pubblica che gestisce l’aeroporto di Francoforte.

Dall’operazione, ancora da finalizzare, entreranno nelle casse greche 1,23 miliardi, a cui vanno aggiunti 22,9 milioni all’anno per tutto il periodo di cessione della licenza. «La decisione del governo - ha puntualizzato ieri un portavoce di Fraport - non è equivalente a un contratto, ma pone le basi per la ripresa dei negoziati». L’operazione era infatti stata già definita a novembre dell’anno scorso ma, dopo la vittoria elettorale di Syriza e il conseguente blocco delle privatizzazioni, era stata congelata. A giugno è stato poi pubblicato un nuovo bando di gara e Fraport ha vinto con la stessa offerta già presentata.

L’interesse di Fraport, che gestirà gli aeroporti in consorzio col gruppo greco Copelouzos, è del resto motivato: un terzo del flusso di passeggeri diretti ai 14 scali (22 milioni l’anno scorso, +19% annuale) arriva infatti da Francoforte.

Aspettando il voto del Bundestag tedesco e degli altri Parlamenti europei che devono approvare il terzo piano di aiuti da 86 miliardi, la Grecia accelera dunque sulle privatizzazioni: uno dei cardini dell’accordo con i creditori sul bailout, che prevede, tra l’altro, l’istituzione di un fondo da 50 miliardi con asset pubblici da dismettere (si parla al momento, oltre che di beni statali, di quote di società pubbliche e di infrastrutture, qualcuno ipotizza anche quote di banche). Nei giorni scorsi intanto l’Agenzia greca per le privatizzazioni ha fissato il calendario delle prossime operazioni che, tra il 2015 e il 2017, dovrebbero portare nelle casse di Atene 6,4 miliardi di euro. Entro ottobre dovranno arrivare le offerte per il Porto del Pireo; a dicembre quelle per la società ferroviaria Trainose e per quella di servizi Rosco, mentre a febbraio è in calendario il Porto di Salonicco, il secondo del Paese.

Sul fronte politico, intanto, in attesa di rimborsare i 3,2 miliardi dovuti domani alla Bce (che il governo spera di finanziare con la prima tranche di aiuti), il nodo da sciogliere è la prospettiva di un voto di fiducia, emersa già chiaramente venerdì, dopo che ben 43 deputati di Syriza su 149 non hanno votato “sì” al memorandum d’intesa con i creditori per il terzo pacchetto di aiuti. L’accordo è stato approvato grazie al sostegno dei partner di governo (i 13 deputati del partito di destra Anel) e dell’opposizione, ma la coalizione di maggioranza guidata dal partito di Tsipras è scesa sotto quota 120, la soglia ritenuta indispensabile per considerare valido il mandato a governare, soprattutto quando si prospettano misure difficili da far digerire. Di qui l’ipotesi di un voto di fiducia, citata lunedì da tre ministri, che potrebbe poi sfociare in elezioni anticipate, visto che l’opposizione - che ha appoggiato il voto sul bailout - ha già fatto sapere che non garantirebbe un sostegno politico. Tsipras rimane peraltro molto popolare nei sondaggi e sarebbe favorito in elezioni anticipate convocate a breve.

Piccoli passi avanti, infine, si registrano sul fronte della “normalizzazione” del quadro economico. È stato leggermente allentato il controllo sui movimenti di capitale con l’estero, bloccati il 29 giugno per fermare l’emorragia di depositi: un decreto pubblicato ieri consentirà a ogni cittadino di trasferire all’estero fino a 500 euro al mese (5mila ogni tre mesi per chi ha figli che studiano fuori dal Paese, 8mila per spese documentate). La Bce, inoltre, ha ridotto da 90,4 a 89,7 miliardi il tetto per i finanziamenti di emergenza Ela che la Banca centrale greca può concedere agli istituti. La decisione - la prima da febbraio - pare indicare un miglioramento delle condizioni di liquidità del mercato.

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