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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2015 alle ore 07:14.

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ROMA

«Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia». È il tema che Papa Francesco ha scelto per la 102ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata il 17 gennaio 2016. «Il tema - si legge in una nota diffusa ieri dal Pontificio consiglio della pastorale per i migranti - si deve inserire logicamente nel contesto dell’Anno della misericordia da lui convocato mediante la Bolla misericordiae vultus dell’11 aprile 2015, e che si svolgerà tra l’8 dicembre 2015 e il 20 novembre 2016». Il tema scelto sottolinea due aspetti: da una parte la drammatica situazione di chi abbandona la propria terra, dall’altra la risposta del Vangelo, della Chiesa e dei cristiani con le opere di misericordia.

È «normale avere paura - ha detto il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio della pastorale dei migranti, ai microfoni di Radio Vaticana -. Non sono di quelli che pensano che vada bene tutto, che tutti possano venire. È un reale problema per ogni nazione e non solo per l’Italia». Per il cardinale però «non si possono costruire muri, non è questo quello che la Chiesa vuole».

Ieri a Palermo ci sono state tensioni durante lo sbarco di 359 migranti, di cui ben 56 minori, quando alcuni uomini hanno accusato (o simulato, ritengono i medici) malori. Sono in corso le operazioni per individuare gli scafisti e non è escluso, secondo la squadra mobile di Palermo, che siano fra quelli che hanno ingerito sostanze tossiche.

Si è riparlato di asilo, che «non si regala a nessuno che non ne abbia i requisiti», ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano. «E i tanti “no” che abbiamo detto, lo testimoniano. Noi abbiamo messo in efficienza il sistema per chiederlo e ottenerlo».

Stato di emergenza in Macedonia, alla frontiera con la Grecia. Con la decisione di Skopje di rafforzare la sicurezza e impedire l’ingresso nel Paese alle centinaia di persone in transito verso la Serbia e l’Ue. Le forze dell’ordine intensificheranno i pattugliamenti dei 50 chilometri di frontiera tra i due Paesi, con l’obiettivo di fermare il “massiccio” afflusso di migranti nell’ex repubblica jugoslava, dove nel solo mese di luglio sono stati registrati oltre 39mila persone in transito, il doppio rispetto al mese prima. L’emergenza resta forte in Grecia, nonostante ad Atene sia stato inaugurato un nuovo centro di accoglienza per 720 immigrati.

«L’estate - ha dichiarato il commissario all’energia Miguel Canete - ha dimostrato la chiara necessità di una politica Ue per l’immigrazione, perché non è il problema di un singolo Stato membro ma serve un approccio onnicomprensivo». Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, e il commissario per le questioni migratorie, Dimitris Avramopoulos, si recheranno a Calais il 31 agosto e a Kos nei prossimi giorni. Il presidente Jean-Claude Juncker in occasione del discorso sullo stato dell’Unione previsto il 9 settembre, approfondirà le iniziative da lanciare entro fine anno.Il 3 settembre incontro tra Grecia, Italia e vertici Ue su quote di redistribuzione e punti di sbarco, con severe procedure di controllo e registrazione dei migranti.

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