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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2015 alle ore 08:12.

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La Macedonia dichiara lo stato di emergenza ma riapre parzialmente le frontiere. Dopo il blocco totale di giovedì, che aveva l’obiettivo di impedire alle migliaia di migranti e di rifugiati in arrivo dalle coste greche di attraversare il Paese per avvicinarsi all’Unione europea, Skopje ha dichiarato lo stato di emergenza, ha schierato l’esercito a sostegno della polizia, ma ha anche deciso di permettere il passaggio a un limitato numero di persone appartenenti a categorie vulnerabili. Quanti - ha spiegato il ministero degli Interni - il Paese può permettersi di trasportare e di curare. Oggi - secondo i media locali - saranno ammesse 300 persone ogni due ore, per un totale di 3mila persone.

«Abbiamo il diritto di proteggere le nostre frontiere - ha spiegato un portavoce del ministero all’agenzia Bloomberg - Vogliamo anche rispettare le convenzioni internazionali e i diritti umani, ma le nostre capacità sono limitate e nessuno ci aiuta». La Macedonia ha anche chiesto assistenza alla Frontex, l’Agenzia Ue per la gestione delle frontiere.La commissione Ue ha già destinato otto miliardi di euro ai paesi balcani e alla Turchia per gestire la crisi. Almeno 90mila euro sono stati destinati a Skopje - ha spiegato una portavoce dell’alto rappresentate Federica Mogherini - è pronta ad aiutare «con ulteriore assistenza».

La decisione di Skopje, applicata ieri per la prima volta, non ha impedito scontri in mattinata. Tra Idomeni, in Grecia, e Gevgelija, almeno mille migranti si sono accalcati sui confini. Una decina di persone è svenuta. Secondo l’équipe di Medici senza fronterie, una decina di persone è inoltre rimasta ferita dalle schegge delle granate assordanti lanciate dalla polizia: quattro sono state trasferite in ospedali, mentre «uno di loro era stato anche picchiato da membri dell’esercito macedone». Mercoledì era stato curato un centinaio di persone trattato ieri, tra cui una donna incinta con dolori eun’emorragia e un bambino di un anno recentemente operato che necessitava di cure ospedaliere. Secondo l’Unhcr il numero dei migranti bloccati nell’”area di nessuno” tra la frontiera greca e quella macedone - nella quale è difficile prestare aiuto - è compreso tra 3mila e 4mila.

Nel primo pomeriggio la polizia avrebbe però dato il via libera a circa 181persone «in pericolo» ma ha poi richiuso le frontiere, sia pure con l’intenzione di riaprirle più tardi. Secondo alcuni testimoni la polizia avrebbe poi abbandonato le postazioni lasciando entrare molte persone, forse centinaia.

La Bulgaria ha intanto annunciato di essere pronta a schierare l’esercito ai confini, insieme alla polizia, anche se al momento non registra un «serio incremento del numero dei migranti in arrivo».

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