Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2015 alle ore 06:35.

My24

«I beni rifugio? Non esistono più». Il commento è lapidario, ma è quello che pensano i consulenti finanziari e gli analisti sentiti in questi giorni di tracolli dei listini. Oro e diamanti in particolare sono considerati soltanto in un’ottica di ampia diversificazione. Qualche apertura, timida, sul franco svizzero. Certo poi vi è tutto il settore obbligazionario e in particolare i titoli di Stato europei che sembrano essere immuni alla tempesta di questi giorni grazie anche alle manovre della Banca centrale europea (si veda l’analisi a fianco).

Oro e diamanti

«È soltanto un portafoglio equilibrato che consente di tutelare i propri investimenti – spiega Gianni Lupotto, consulente finanziario indipendente (Lupotto & Partners) –. A riprova che i beni rifugio non sono più tali vi è la recente decisione di De Beers, leader mondiale dei diamanti, che ha tagliato del 9% i prezzi per sostenere la domanda». Un taglio quello deciso da De Beers definito storico: già in luglio il gruppo aveva annunciato una revisione al ribasso della produzione a 29 milioni di carati in tutto il 2015 (da 31 milioni di carati previsti in primavera).

Stesso discorso per l’oro che nonostante una lieve ripresa di questi giorni, a detta degli esperti non uscirà dal trend ribassista. «La produzione di oro è raddoppiata nell’ultimo anno in Sudafrica – ricorda Giampaolo Galiazzo della società di consulenza indipendente Tiche –. Sicuramente vi saranno effetti sui prezzi visto l’eccesso di offerta. Più in generale suggerisco ai miei clienti di stare alla larga dalle materie prime, se non in un’ottica di ampia diversificazione».

Franco svizzero

Quando si parla di beni rifugio, nell’immaginario del piccolo risparmiatore fa capolino il franco svizzero che però tanti grattacapi ha creato ai trader a inizio anno. Ma questo è un altro discorso. «Sì, vero, il franco svizzero è considerato il classico bene rifugio – aggiunge Lupotto –. A mio avviso comunque è sopravvalutato e, a ben vedere, si è indebolito nell’ultimo mese contro l’euro». Sulla moneta elvetica fa una lieve apertura Galiazzo: «Non punterei però tanto sulla divisa svizzera quanto sulle azioni svizzere. Ai nostri clienti abbiamo suggerito titoli come Adecco, Kardex (industrial machinery), BB biotech e Bucher (camion)». E aggiunge: «Più in generale terrei d’occhio il dollaro americano. La Federal Reserve potrebbe rimandare ancora una volta il rialzo dei tassi ma quella è la strada. L’attuale livello euro-dollaro non è realistico». Si torna dunque sui temi già battuti. Il dollaro Usa in particolare che, secondo molti esperti e consulenti, dovrebbe a breve riprendere la strada dell’apprezzamento sull’euro.

Obbligazionario

Dallo scossone cinese sembra invece essere rimasto indenne il settore obbligazionario. Abbiamo rivolto la domanda ai consulenti indipendenti di Consultique: «Voglio sottolineare innanzitutto che anche noi abbiamo completamente abbandonato la logica dei beni rifugio. È fondamentale infatti la costruzione di un portafoglio basato su obiettivi e profilo di rischio utilizzando bond e azioni – ricorda Matteo Trotta, responsabile obbligazionario di Consultique –. Segnalo poi che il settore obbligazionario è stato risparmiato da questi tracolli grazie anche al quantitative easing della Bce e alla soluzione-tampone per la Grecia. Comunque in generale consigliamo scadenze brevi». Per una volta i bond hanno schivato lo scossone.

.@vdangerio67

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia