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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2015 alle ore 06:35.
NEW YORK
Dal 2013 Raghuram Rajan è governatore della Reserve Bank of India, con un mandato di tre anni dopo essersi temporaneamente congedato dall’Università di Chicago dove insegna. Dalla nuova poltrona sta lavorando per calibrare una grande economia emergente in crescita - forse oggi del 7-8%, sopravanzando la Cina - ma con ancora profondi squilibri, compresa la doppia sfida di contenere l'inflazione mentre stimola l'espansione. Rajan, con il passato a Chicago, è anche in una posizione privilegiata per esaminare le conseguenze di strette della Fed e turbolenze sui mercati.
Teme scosse da un intervento restrittivo della Federal Reserve?
La Fed è in mani molto competenti e non credo commetterà errori nella gestione del rialzo dei tassi di interesse che sta preparando. L’unico aspetto mi preme sottolineare e' che occorre guardare con attenzione l'andamento dei mercati finanziari mondiali nello scegliere il momento.
E se la stretta arrivasse già a settembre?
Un rialzo dei tassi, l’avvio di un processo di graduale normalizzazione della politica monetaria americana, è inevitabile prima o poi e deve cominciare. Una decisione a settembre o nei mesi successivi, di per sé, non ha implicazioni negative su scala internazionale né per la nostra economia e non dovrebbe suscitare reazioni avverse.
Quali sono oggi le sue attese per l’economia indiana?
L’India si trova complessivamente in una posizione migliore rispetto ad alcuni anni or sono. Squilibri quali il deficit delle partite correnti stanno migliorando e così i dati macroeconomici. L’obiettivo è ora quello di continuare a rafforzare la crescita.
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