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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2015 alle ore 06:36.
ROMA
Avanti tutta sulla riduzione delle tasse, a cominciare da quelle sulla casa. Anche perché per il Governo non ci può essere alcuna interferenza europea sul piano annunciato da Matteo Renzi. Il 16 dicembre la Tasi sull’abitazione principale, con il versamento della seconda rata 2015, sarà pagata per l’ultima volta e si celebrerà il suo «funerale», dice sicuro il premier. Che all’indomani delle voci sui dubbi della Ue indirizza proprio all’Unione europea un chiaro messaggio: «Le tasse da tagliare le decidiamo noi, non Bruxelles».
La partita non può essere considerata del tutto chiusa perché la valutazione di Bruxelles arriverà dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def, attesa per il 20 settembre, e, soprattutto, dopo il varo della legge di stabilità che dovrà avvenire entro il 15 ottobre. E a ricordarlo è la portavoce della Commissione Ue ri economici, Annika Breidthardt.
«L’Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse, c’è qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l’elenco delle tasse da tagliare, spero sia stato il caldo», afferma senza mezzi termini Renzi dai microfoni di Rtl 102.5, irritato per lo scetticismo filtrato martedì quando imprecisate fonti della Ue hanno ricordato che nelle “raccomandazioni” si dà priorità allo spostamento del carico fiscale dalle persone alle “cose”, immobili in primis. Ma il premier non sembra accettare lezioni sulle tasse e conferma che nel 2017 scatterà una riduzione dell’Ires e nel 2018 la riforma degli scaglioni Irpef. Ma Renato Brunetta (Fi) attacca: su Imu e Tasi il premier chiacchiera a vuoto. E Critiche arrivano anche dal sindacato: secondo Susanna Camusso c’è il rischio che «i benefici di questa operazione li abbia chi ha di più e non chi ha sofferto meno la crisi».
Quanto alla questione dei nuovi margini di flessibilità da utilizzare nel quadro di finanza pubblica per “alimentare” la manovra da 25-30 miliardi, il sottosegretario alla Presidenza, Sandro Gozi, conferma che il Governo intende far leva sulla «clausola per investimenti oltre a quella per le riforme»».
Resta il nodo delle risorse per coprire l’intervento su Tasi e Imu e per compensare i Comuni. Dal presidente dell’Anci, Piero Fassino, arriva l’ok all’abolizione dell’imposta sulla prima casa ma con la richiesta che di mantenere intatte le risorse fino ad oggi garantire da Imu e Tasi. Di qui la proposta «di lasciare ai Comuni la quota di Imu che oggi viene incamerata dallo Stato».
Intanto nell’ambito del piano di spending review si continua a lavorare anche alla revisione delle tax expenditures. Nel mirino ci sono alcuni grandi aree, come trasporti e agricoltura, ma anche micro-agevolazioni, considerate obsolete o duplicazioni di altri sconti fiscali, come i sussidi per l’estrazione del sale dal magnesio.
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