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Mercati sotto pressione, si guarda al G20

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DOPO L’ATTACCO ALLA FRANCIA

Mercati sotto pressione, si guarda al G20

Si annuncia una giornata difficile domani alla riapertura dei mercati finanziari dopo l'attentato a Parigi. L'offensiva del terrorismo ripropone le questioni geopolitiche tra i fattori che condizionano i mercati e l'economia. «Quello che è successo venerdì 13 dovebbe spingere gli investitori a comprendere che finora non sono stati prezzati nelle quotazioni finanziarie i reali rischi geopolitici a cui potremo andare incontro nei prossimi mesi», spiega un operatore.

La reazione a caldo potrebbe essere certamente negativa, come peraltro già accaduto nel 2004 e 2005 rispettivamente a Madrid (-2,17%) e Londra (-1,36%), epicentri dei due precedenti attentati terrostici in Europa. Ma i mercati sono imprevedibili come dimostra il +0,7% dell’indice Cac 40 di Parigi il 7 gennaio scorso, giorno dell’attacco nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo in cui persero la vita 12 persone.

Di certo, l’attentato di venerdì 13 potrebbe aggiungere altra tensione sui mercati finanziari globali che hanno messo in archivio una settimana all'insegna del sentiment negativo con un brusco calo delle Borse e delle materie prime. Venerdì il Msci world index ha chiuso in calo di oltre l'1% e il bilancio settimanale presenta una flessione di oltre tre punti percentuali, la peggiore performance dal mese di agosto.

I mercati azionari globali da un paio di settimane stanno scontando diversi fattori che deprimono i prezzi. In particolare i timori di un rialzo dei tassi americani già a dicembre (i future scontano questa probabilità al 69,8%) dopo i dati sul calo del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti sotto il 5%. Ma anche il rallentamento dell'economia cinese contribuisce all'umore negativo tra gli investitori. A completare il quadro i risultati trimestrali che nel complesso sono stati inferiori alle attese del mercato, e il perdurare della debolezza delle materie prime. Venerdì l'indice S&P Gsci che rappresenta un paniere di 24 commodities ha terminato la seduta in calo dell'1,22%, cedendo nell’ultima settimana il 5,25% e dall'inizio il 35%.

Molti operatori sono convinti che lunedì mattina al suono della campanella le Borse europee possano scivolare e che l'euro possa rompere al ribasso la soglia di 1,07 dollari. Uno scenario che certo non farebbe piacere agli Stati Uniti che, nonostante si apprestino a rialzare il costo del denaro e quindi a invertire la politica monetaria rispetto all’Eurozona (dove invece la Banca centrale europea potrebbe annunciare il 3 dicembre un ampliamento del programma di quantitative easing), stanno facendo di tutto per evitare un ulteriore apprezzamento del dollaro e il ritorno alla parità con l’euro.

La sensazione è che l’unica asset class che potrebbe non risentire nel brevissimo periodo del probabile aumento della volatilità innescato dall’attentato di venerdì è quella dei bond governativi dell’Eurozona. Sia perché sono “coperti” dagli acquisti della Bce nell’ambito del programma di quantitative easing lanciato a marzo ma anche perché in caso di “flight to quality”, ovvero di fuga degli investitori verso beni rifugio, sarebbero certamente un territorio attraente in questa fase, in particolare Bund tedesco e altri titoli dell’area euro a rating elevato.

Ma le statistiche ci insegnano anche che i mercati sanno essere reattivi e che dietro una caduta ci può essere una risalita. Molto dipenderà dalla politica e dalle decisioni che verranno prese nelle prossime ore dai leader occidentali. Si attendono certamente risposte in tal senso dal G-20 in programma domani nella località turca di Antalya. L'agenda del summit si annuncia completamente rivoluzionata rispetto alle aspettative. Non poteva essere diversamente, considerata non solo l'importanza dell'evento, ma anche il Paese che lo ospita: la Turchia - soprattutto dopo la schiacciante vittoria della compagine guidata dal presidente Erdogan solo poche settimane fa - è ormai vista come un fondamentale interlocutore per la lotta al terrorismo.

.@vitolops

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