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Commissione europea, presentato un piano per la garanzia unica dei depositi bancari nell’area euro

STRASBURGO – Nel tentativo di completare l'unione bancaria e di rafforzare l'unione monetaria, la Commissione europea ha presentato oggi qui a Strasburgo un progetto di garanzia unica dei depositi bancari nella zona euro. La proposta, che dovrà essere approvata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio europeo, rischia di suscitare malumori in alcuni paesi membri che temono una eccessiva responsabilità in solido in un contesto nel quale la sovranità rimane ancora nazionale.

“La crisi ha rivelato le debolezze dell'architettura della moneta unica – ha spiegato il commissario agli affari finanziari Jonathan Hill – Da allora, abbiamo creato un supervisore unico e una autorità unica di risoluzione. Ora dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti verso un meccanismo unico di garanzia dei depositi. Lo faremo passo passo, facendo attenzione che la riduzione del rischio sia associata alla condivisione del rischio. Questo è il nostro obiettivo”.

La Commissione europea ha presentato un meccanismo che si baserà su tre fasi temporali: riassicurazione, co-assicurazione, e infine piena assicurazione, dal 2024 in poi. Nella prima fase, dal 2017 al 2019, un istituto di credito potrà utilizzare la liquidità del nuovo meccanismo per rimborsare i depositanti una volta che avrà esaurito il proprio fondo nazionale e soprattutto solo se quest'ultimo è stato pienamente capitalizzato, secondo le regole comunitarie.

La seconda fase dovrebbe iniziare nel 2020, prevedendo una prima parziale responsabilità in solido tra i paesi. In questo caso, l'uso del fondo europeo non è condizionato al pieno utilizzo del meccanismo nazionale. La terza e ultima fase, che vedrà la luce nel 2024, è quella nella quale il fondo europeo sarà l'unico responsabile nel garantire i depositi bancari della zona euro. La proposta prevede quindi un graduale passaggio della responsabilità dal livello nazionale al livello comunitario.

L'uso del denaro contenuto nel meccanismo unico europeo dovrà essere rimborsato dal sistema finanziario che si è avvalso del fondo europeo. Attualmente, ogni paese ha la propria garanzia dei conti bancari (in Italia, il Fondo interbancario di tutela dei depositi). Recenti normative europee hanno armonizzato le legislazioni nazionali: in caso di crisi bancaria, garantiti sono i depositi fino a 100mila euro; il rimborso deve poi avvenire entro un massimo di sette giorni.

Nel presentare la sua proposta, l'esecutivo comunitario ha sottolineato che non vi saranno costi aggiuntivi per gli istituti di credito europei. Le banche continueranno a finanziare il loro fondo nazionale che poco alla volta contribuirà al fondo europeo. Agli occhi della Commissione, il meccanismo di garanzia progressivo nel tempo deve servire a convincere quei paesi, come la Germania, che non vogliono responsabilità in solido senza una cessione di sovranità.

La garanzia unica dei depositi bancari è il tassello mancante dell'unione bancaria, così come è stata immaginata in questi anni. Quest'ultima si basa a livello europeo su una vigilanza creditizia unica, un fondo unico di risoluzione, e un nuovo organismo di gestione delle crisi bancarie. Gli obiettivi sono molti: denazionalizzare la sorveglianza bancaria; spezzare il legame tra istituzione bancaria e debito nazionale; migliorare il sistema finanziario europeo; rafforzare l'unione monetaria.

Ancora recentemente il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha sottolineato l'importanza di completare l'unione bancaria, fosse solo per rafforzare l'unione monetaria. La proposta presentata oggi a Strasburgo, dove il Parlamento europeo è in sessione plenaria, era prevista nel rapporto sul futuro della zona euro che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha presentato nel giugno scorso e che i paesi membri avevano fatto loro.

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