Mondo

1/10 Mercato unico / Un pungolo in meno sulla concorrenza

  • Abbonati
  • Accedi
    la risposta di bruxelles

    Dal lavoro al fisco e agli immigrati, i 10 dossier per rilanciare la Ue dopo Brexit

    Le istituzioni europee sono chiamate ad affrontare temi decisivi per favorire una maggiore integrazione

    1/10 Mercato unico / Un pungolo in meno sulla concorrenza

    Tra le priorità della Commissione europea presieduta da Jean Claude Juncker c’é l’impegno a completare il mercato unico o a semplificare l’acquis communautaire, ossia il compendio di leggi, regole e norme di cui si è dotata la Ue in questi ultimi decenni. Troppe normative hanno contribuito negli anni a un eccesso di regolamentazione, e probabilmente a un crescente euroscetticismo. Con l’uscita della Gran Bretagna, l’Unione perde in questo campo un pungolo nel fianco. Fin dagli anni 50 la costruzione europea volle creare un grande mercato unico, fondato sulla libertà di movimento di merci, capitali, persone. Nei primi decenni l’obiettivo si è dimostrato difficile da raggiungere, a causa dell’assenza di strumenti e istituzioni capaci di imporre regole comuni. Negli anni 80, grazie anche all’impulso britannico, la Commissione Delors, allora alla guida della Cee, si è lanciata nel completamento del mercato unico.

    Il Regno Unito fu strumentale nel permettere la nascita della Ue nel ’93. Fino a oggi Londra è stata al fianco della Commissione Juncker per continuare su questa strada. La stessa scelta dell’ex premier lussemburghese di fare della semplificazione normativa un suo cavallo di battaglia aveva certamente l’obiettivo di rassicurare il partner inglese alla vigilia del referendum, oltre che di rispondere a un’esigenza sentita da molti.

    A questo si aggiunge l’obiettivo di continuare a promuovere il mercato unico, garantendo la libera concorrenza. Juncker punta alla creazione di un grande mercato digitale, eliminando ostacoli geografici e barriere regolamentari.

    In questi mesi la Commissione Juncker ha presentato linee-guida sull’economia collaborativa; proposte per modernizzare i processi di standardizzazione dei prodotti; nuove regole in campo doganale. L’uscita di Londra non metterà la parola fine a questa tendenza – altri Paesi come l’Olanda non mancano di pungolare Bruxelles su liberalizzazioni e concorrenza –, ma certo le autorità Ue non potranno più contare sulle originali pressioni britanniche

    © Riproduzione riservata