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Un Paese che si sente in svendita

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L'Analisi|Europa

Un Paese che si sente in svendita

Euclid Tsakalotos, il ministro greco dell’Economia, presentando la legge di stabilità in Parlamento ha previsto una crescita nel 2017 del 2,7% dopo sette anni di recessione. Un atto di fiducia, in cambio però del varo di nuove misure di austerità che hanno provocato forti tensioni ad Atene nel giorno stesso della presentazione in Parlamento della legge di bilancio, il 3 ottobre scorso.

Le forze dell’ordine hanno fatto ricorso addirittura a spray lacrimogeni per disperdere la protesta di 1.500 pensionati contro i tagli della spesa contenuti nella manovra. Ad Atene la tensione è rimasta alta per ore per l’ennesima fase di austerità con duri scontri tra la folla esasperata e le forze dell’ordine.

Una situazione delicata che si era inasprita quando il Parlamento greco aveva approvato il 29 settembre un nuovo pacchetto di riforme indigeste, che comprendeva, nei fatti, il via libera alla privatizzazione delle municipalizzate dell’acqua potabile di Atene e di Salonicco e della principale società elettrica del Paese (Dei) oltre ad altri tagli alla previdenza.

L’approvazione, con 152 voti favorevoli e 141 contrari, è giunta dopo quattro giorni di acceso dibattito. Le misure erano un requisito per ottenere una nuova tranche di aiuti, pari a 2,8 miliardi di euro. Il vecchio Fondo per le privatizzazioni (Hellenic Asset Development Fund, Taiped) verrà sostituito da un nuovo Fondo Eesp, in cui confluiranno le società oggetto di privatizzazioni e il cui presidente sarà Jacques le Pape, un funzionario francese, già assistente di Chistine Lagarde, attuale direttore generale del Fmi, quando era ministro delle Finanze francese. La troika ha preferito un francese come presidente per evitare nuove polemiche dopo la cessione dei 14 aeroporti regionali (tra cui Salonicco, Corfù, Mykonos, Santorini) alla tedesca Fraport, la società che gestisce l’aeroporto di Francoforte.

Il nuovo Fondo Eesp prenderà anche il controllo della metropolitana di Atene, un’azienda che produce veicoli militari (Elvo) e un fondo pubblico di gestione immobiliare. La troika sostiene che raccogliere gli attivi pubblici da privatizzare sotto un unico ombrello favorirà il rimborso del debito. Ma il voto si è svolto tra manifestazioni di piazza contrarie al trasferimento del controllo delle utilities al nuovo fondo. «Ora venderete anche l’Acropoli!», hanno gridato fuori dal Parlamento centinaia di manifestanti. «Stanno svendendo la ricchezza e la sovranità della nazione», ha tuonato George Sinioris, capo dei lavoratori dell’azienda dell’acqua potabile.

Il governo di sinistra di Tsipras ha cercato di minimizzare, promettendo di tenere le principali utilities come le municipalizzate dell’acqua potabile sotto il controllo dello Stato. Affermazioni che non hanno rassicurato l’opinione pubblica. Il ministro dell’Economia Tsakalotos prevede una ricapitalizzazione delle banche colpite dalle sofferenze sui crediti, una lotta all’evasione fiscale con l’uso dei pagamenti elettronici e il rilancio di agricoltura, turismo ed energie rinnovabili. «La sfida - sostiene Tsakalotos – è lottare contro le politiche clientelari».

Quest’anno Atene sarà ancora in recessione con una disoccupazione a quota 28%, la maggiore della zona euro. «Una situazione insostenibile» ha ammonito il direttore del quotidiano conservatore Kathimerini, Alexis Papachelas, che paventa un’uscita unilaterale di Atene dall’euro se non verrà ridotta l’austerità.

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