Di Maio lo ha definito «Modello Mississippi». Per risollevare la situazione disastrosa dei centri per l’impiego italiani il
ministro del Lavoro ha dichiarato di volersi affidare a Domenico Parisi, direttore del National Strategic Planning and Analysys Research Center dell’Università del Mississippi, artefice di una
riforma dei servizi che ha creato 50mila nuovi posti di lavoro in otto anni in uno degli Stati più “arretrati” per l’occupazione
sullo scacchiere statunitense, che nel complesso veleggia invece verso la piena occupazione. Una riforma con forte accento sull'aspetto digitale e tecnologico.
Ma come funziona il modello Mississippi? Parisi, che ha dichiarato di aver «digitalizzato tutto, collegando imprenditori e
lavoratori in tempo reale e portando così la disoccupazione dal 6,5% al 4,9%» è a capo del team che ha costruito una una piattaforma
online per l'intermediazione di domande e offerta del lavoro.
Una situazione ben diversa da quella italiana dove la disoccupazione supera l’11% ( i nostri disoccupati sono quasi tre milioni,
proprio come l’intera popolazione del Mississippi) e i centri per l’impiego riescono a trovare lavoro ad appena il 3,4% degli
utenti. «I centri per l’impiego - sottolinea Parisi - sono una grande idea e hanno un enorme valore per il ruolo che potrebbero
avere nel collegare le persone ai posti di lavoro. Tuttavia hanno bisogno di uno scopo chiaro, non possono operare nel vuoto
e senza un supporto adeguato». Una prima proposta? «Bisogna cambiare l’immagine e creare un marchio vincente - risponde Parisi -: per fare ciò dovremmo essere in grado di sviluppare un quadro che permetta ai centri per l’impiego
di operare come intermediari per sostenere un sistema nazionale per formare, inserire sul mercato e aggiornare i lavoratori
a tutti i livelli, da quello locale a quello nazionale». Missione non da poco e che in passato ha visto il susseguirsi di
diversi tentativi.
Modello da esportazione
«Dal Sil alla Borsa lavoro – commenta il sociologo Francesco Giubileo, che ha studiato il sistema messo a punto dal piccolo Stato americano -, si sta cercando da decenni di arrivare alla piattaforma
pubblica online del lavoro, che non si riesce a realizzare per le difficoltà di interoperabilità dei dati tra diverse istituzioni
e attori coinvolti tra Ministeri, Inps e Camere di commercio e tra Ministero del lavoro e gli altri portali online del lavoro».
Il passo in più del modello “Mississippi” è stato quello di costruire una piattaforma al centro del progetto dei servizi al
lavoro, un modello simile ai Job Centre Plus aglosassoni, che se applicato in Italia porterebbe a trovare in un unico ufficio
o unico portale la gestione Inps per l'indennità di disoccupazione (Naspi), gli uffici dei servizi sociali che si occupano
di inserimento sociale (casa e copertura di particolari servizi sanitari, asilo nido), i servizi dei centri per l'impiego
e in buona parte l’attività delle Camere di Commercio.
«Possiamo immaginare una “Palazzetto del lavoro” a 360 gradi, ma esclusivamente online» sottolinea Giubileo. Un palazzetto virtuale dove le offerte di lavoro viaggiano esclusivamente sul canale digitale.
La dote a disposizione per la riforma dei centri per l’impiego sarà di un miliardo, come previstaodalla Manovra 2019 allo studio del Governo. Secondo Parisi «entro i prossimi due anni si potrà svluppare tutto il necessario per avere un sistema unificato e integrato. In questo quadro dobbiamo sviluppare un gruppo di esperti in tutti i settori che contribuiranno a creare un nuovo sitema nazionale su più livelli». Alla piattaforma del Mississippi lavorano circa 100 data scientist, esperti nell’analisi dei big data.«In Italia - commenta Giubileo - al momento sono meno di 10.000 i data scientist e sono richiestissimi, non sarà facile reclutare persone così preparate».
Il Mississippi resta agli ultimi posti
Nonostante questi passi in avanti – l’occupazione in Mississippi è cresciuta del 2% nel settore privato negli ultimi tre anni - gli ultimi dati del Bureau of labour statistics rivelano che il tasso di occupazione totale di questo Stato, pari al 52,7%,
è al 48imo posto su 50 Stati. È indubbio che ci siano stati dei miglioramenti, ma le performance restano tra le peggiori.
Anche il tasso di disoccupazione, nonostante sia a livelli molto bassi, al 5,8%, risulta tra i cinque peggiori degli States.
Inoltre il Mississippi è 43imo per disoccupazione di lunga durata e 38imo per part-time involontari.
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