NEW YORK - Soffia ora dall'Europa del nord e non più dall'estremo oriente il vento del 5G. È questo il messaggio inviato dalla decisione del colosso giapponese SoftBank, nelle ultime ore, di affidarsi sia alla finlandese Nokia che alla svedese Ericsson
per le tecnologie necessarie alle super-veloci reti mobili di nuova generazione. E di tagliare invece fuori il suo attuale fornitore, la cinese Huawei messa al bando dall’amministrazione americana per ragioni di sicurezza nazionale.
La mossa è parsa assai più che simbolica a osservatori e analisti. Segno dell'impatto che la stretta sempre più globale contro
il colosso cinese, finora leader delle tecnologie 5G, può avere nel ridisegnare gli equilibri di un settore d'avanguardia
e in continua evoluzione. Per aziende quali Nokia e Ericsson in particolare - considerate le maggiori rivali occidentali di
Huawei, un tempo protagoniste poi parse condannate ad arrancare - l’isolamento della società cinese può insomma improvvisamente
trasformarsi in insperate e redditizie opportunità di business.
La posta in gioco non può che fare gola. Il mercato globale per le sole forniture di infrastrutture 2G, 3G, 4G e 5G, escludendo ulteriori servizi, viene stimato in
circa 30 miliardi di dollari l’anno. Equivalente cioè al 37% del complessivo mercato da 81 miliardi l’anno delle infrastrutture per le tlc mobili.
L’intesa raggiunta con il re dei carrier mobili SoftBank prevede che Nokia diventi partner strategico nel lancio dei suoi
nuovi servizi 5G. Ericsson fornirà da parte sua indispensabili attrezzature di cosiddetto radio access networking (Ran). Altre
due grandi società nipponiche di Tlc, NTT Docomo e KDDI Corp, dovrebbero seguire l'esempio di SoftBank e evitare Huawei come
pure l'altro gruppo cinese del settore, Zte, aprendosi ad altri fornitori per le loro future reti.
Ma nel nuovo clima Nokia e Ericsson, accanto a giocare a volte un ruolo comune per SoftBank, stanno intensificando il duello tra di loro. L’obiettivo: quello di meglio approfittare della inedita debolezza dei produttori tech cinesi. Questa sfida tutta nordeuropea ha assunto i contorni di un duello di numeri: Ericsson ha affermato di aver finora ottenuto 19 contratti di swap di vecchie tecnologie rivali a vantaggio delle proprie soluzioni di 5G. Tra gli ultimi esempi, un upgrade al 5G di tecnologie che in precedenza e per dodici anni consecutive erano state di Huawei in Danimarca, destinate al carrier locale TDC.
Nokia, citando 37 recenti casi di swap a favore del 5G, vanta di aver siglato ad oggi il doppio dei contratti della concorrente
svedese. E menziona il rimpiazzo di alcune attrezzature Huawei avvenuto per conto della tedesca Vodafone. Ericsson replica di non riconoscere
simili rivendicazioni e statistiche di Nokia.
Negli Stati Uniti, un mercato particolarmente promettente, Nokia già la scorsa estate aveva conquistato un contatto 5G da
3,5 miliardi di dollari da T-Mobile US. Con lo stesso operatore Ericsson ha siglato un contratto 5G da 3,5 miliardi di dollari
a settembre 2018. Quest'anno Ericsson si è presa un contratto di nuova generazione, dall’ammontare non rivelato, da parte
della US Cellular Corp. Nokia ha accusato la rivale nordeuropea di aver scatenato una vera e propria guerra al ribasso sui
prezzi per strappare business. E il basso costo è stato citato tra le ragioni della scelta a favore del gruppo svedese dalla
US Cellular come anche dall'italiana Wind Tre, che aveva scelto Ericsson per il 5G nel 2018.
Nel frattempo, tuttavia, all'orizzonte emerge un nuovo concorrente nel tech per il 5G pronto a guastare i piani tanto di Nokia che di Ericsson, questa volta asiatico: è la Samsung, che sta ampliando rapidamente la sua quota di mercato nelle tecnologie per le reti mobili.
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