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Dossier Brexit: chi è Boris Johnson, il grande favorito per il dopo-May

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Dossier | N. 20 articoli Brexit, il lungo addio

Brexit: chi è Boris Johnson, il grande favorito per il dopo-May

LONDRA - La corsa alla successione a Theresa May è ufficialmente iniziata. La lista dei candidati a diventare leader del partito conservatore e premier britannico è stata annunciata oggi. I concorrenti in campo sono dieci - otto uomini e due donne. Tutti promettono di attuare Brexit, alcuni in modo morbido e altri uscendo dall'Unione Europea senza un accordo. Nessuno è favorevole a un secondo referendum.
L'ex ministro degli Esteri Boris Johnson resta il grande favorito. Populista, approssimativo e controverso, è però molto apprezzato dai membri del partito per il suo messaggio semplice e ottimista ed è considerato l’unico in grado di arginare sia il Labour a sinistra che il Brexit Party a destra. «Solo io posso traghettare il Paese tra Scilla-Corbyn e Cariddi-Farage verso acque più calme», ha dichiarato.

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L’ex sindaco di Londra ha promesso che la Gran Bretagna uscirà dalla Ue il 31 ottobre, data prevista di Brexit, «con o senza un accordo». Johnson ha anche annunciato che non pagherà il conto del divorzio a Bruxelles ma intende tenere i 39 miliardi di sterline fino a quando la Ue farà le concessioni richieste da Londra. «I soldi sono un grande lubrificante quando si vogliono fare buoni affari», ha detto.

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Le sue parole hanno causato costernazione in Europa. Guy Verhofstadt, responsabile di Brexit dell'Europarlamento, ha detto che il rifiuto di pagare il dovuto «non solo danneggerebbe la credibilità internazionale della Gran Bretagna ma sarebbe del tutto inaccettabile e contrario all'opinione di ogni esperto legale del Paese».

Johnson ha corteggiato la base conservatrice dichiarando che se verrà eletto ridurrà le tasse, alzando da 50mila a 80mila sterline di reddito annuale la soglia alla quale scatta l'aliquota più elevata del 40 per cento.

Anche l'attuale ministro degli Esteri Jeremy Hunt sembra avere il vento in poppa. L'ex Remainer dichiara di essere in grado di negoziare un accordo migliore di quello della May per arrivare a una Brexit “ragionevole”.

Si è invece appannata la stella del ministro dell’Ambiente Michael Gove. La sua ammissione di avere preso cocaina “diverse volte” quando era giornalista una ventina di anni fa sembra avere danneggiato le sue prospettive. Gove è stato definito un ipocrita per avere condannato l'uso di stupefacenti e avere approvato leggi punitive a riguardo.

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Il ministro dell’Interno Sajid Javid, musulmano e figlio di immigrati, si propone come il leader che potrebbe rilanciare il partito. Dominic Raab, ex responsabile di Brexit, gioca invece la carta dell'intransigenza. Ha minacciato di sospendere il Parlamento se i deputati tenteranno di bloccare un “no deal”.

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Le due donne in corsa sono Andrea Leadsom, che già si era candidata nel 2016 e il cui ritiro improvviso aveva permesso l'incoronazione della May e Esther McVey, ex ministro delle Pensioni e agguerritissima Brexiter.
Salvo sorprese dell'ultima ora, hanno poche chance di successo gli altri candidati: il ministro dello Sviluppo Internazionale Rory Stewart, che intende resuscitare l'accordo della May; il ministro della Sanità Matt Hancock e il deputato Mark Harper.
I dieci candidati in lizza hanno dovuto dimostrare di avere il sostegno di almeno 8 parlamentari. Nei prossimi giorni i 313 deputati conservatori voteranno in quattro round e i candidati che ottengono meno consensi verranno via via eliminati fino ad arrivare ai due candidati preferiti. La scelta decisiva tra i due finalisti verrà fatta per posta dai circa 120mila membri del partito in tutta la Gran Bretagna. L'annuncio del nuovo premier verrà fatto entro fine luglio, subito prima della chiusura estiva del Parlamento.

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