Motori24

LincVolt, la macchina a impatto zero di Neil Young

  • Abbonati
  • Accedi
AUTO ALTERNATIVE

LincVolt, la macchina a impatto zero di Neil Young

  • –di Stefano Gulmanelli

Il disco è, per certi versi, solo la ciliegina sulla torta. Per uno come Neil Young l'uscita del nuovo album dovrebbe essere il vero evento. Ma stavolta il parto creativo è al servizio dell'altra causa che da un paio d'anni vede il cantautore canadese spendersi con una passione pari a quella musicale: la realizzazione di un'automobile a emissione zero. Partendo, tra l'altro, da un esemplare che tutto è fuorché ecologico: una Lincoln Continental Mk IV del '59, 6 metri di lunghezza per 3 tonnellate di peso. È proprio all'esperienza di convertire la sua auto preferita dall'idrovora da 3 Km/l in un'auto elettrica capace di fare 40 Km al litro che s'ispira «Fork in the road» (Bivio sulla strada), il disco in uscita il 7 aprile, con testi composti nel garage in cui questo piccolo miracolo di efficienza energetica potrebbe avvenire.

Ad affiancare Young nell'avventura – battezzata LincVolt – sono due fuoriclasse del "modding" del motore: John Goodwin, alias "Motorhead Messiah", che ha già all'attivo un paio di riconversioni che hanno fatto rumore fra gli addetti ai lavori, a partire da un Hummer alimentato a miscela di biodiesel e idrogeno; Uli Kruger, uno che ha passato la vita ad Adelaide, in Australia, a studiare tecniche per combinare carburanti che solitamente non sono usati assieme. È su di lui che è caduto il compito di trovare il modo di dare in pasto al mastodonte meccanico di Young energia elettrica pulita. La soluzione trovata da Kruger prevede batterie che si ricaricano in viaggio grazie a un motore rotativo alimentato a gas naturale; il che è già di per sé una prima assoluta.

Ma è solo l'inizio: Kruger sta studiando il modo di affiancare al rotativo a gas altre soluzioni: dai carburanti alternativi, tipo l'etanolo vaporizzato da iniettare come booster, ai sistemi che usano a mo' di additivo l'idrogeno ricavato da processi di scomposizione attivati dalla combustione del motore e in cui l'acqua di risulta provvede a raffreddare il motore stesso, contribuendo ad abbattere i particolati. Una progressione di tecniche volta a ottenere aumento dell'efficienza e contemporanea riduzione delle emissioni, in pratica il sacro Graal dell'ingegneria meccanica. «Stiamo mettendo insieme opzioni tecnologiche che finora non sono mai state combinate fra loro. In parte le abbiamo sviluppate noi, in parte sono di altri che se le sono viste rifiutare dalle grandi case automobilistiche». L'obiettivo finale per il team di LincVolt è rendere superfluo il rifornimento per strada. «Ambizioso – ammette Kruger – ma non impossibile».

L'importante è provarci, dice questo tedesco trapiantato da decenni agli antipodi. «Non è roba che trovi sui libri, quindi si tratta di sperimentare. L'importante è aver presente il risultato che si vuole ottenere». Da questo punto di vista è stato decisivo Neil con la sua vision: "re-empowering the American dream" (ridar forza al sogno americano), che è poi il cappello sotto cui l'intero progetto LincVolt si sta sviluppando.
«L'America non sarà mai frugale. Il suo territorio è vasto; le sue strade sono lunghe, la sua gente è grossa. Perciò piacciono le macchine grandi – ha spiegato a varie riprese Young –,la sfida è trovare come avere tutto ciò in modo pulito e sostenibile». Una sfida il cui primo atto ufficiale sarà la Progressive Insurance Automotive X-Prize, la corsa che parte da New York il prossimo settembre e alla quale la LincVolt di Young, Goodwin e Kruger è già stata iscritta e accettata.

La gara assegnerà 10 milioni di dollari all'auto che vincerà dimostrando un'efficienza energetica assai superiore all'attuale (almeno 40 Km al litro) e una forte riduzione delle emissioni. «L'obiettivo non sono i soldi – dice Kruger – bensì presentare una macchina che incorpori nuove soluzioni tecnologiche, che le grandi case automobilistiche non considerano perché sono per natura conservatrici». Certo, il lavoro è ancora lungo: «Oggi abbiamo l'efficienza di una Toyota Prius. Ma le 100 miglia a gallone sono meno lontane di quanto sembri». E quello sì che sarebbe "un bivio sulla strada".

Rock'n roll e motori
Neil Young è da sempre un fedelissimo dell'accoppiata "rock'n roll e motori". Le macchine, soprattutto d'epoca, sono una sua passione quasi smodata: ne ha un'intera collezione in un ranch in California e il suo sito web lo ha chiamato «Neil's garage» (www.neilyoung.com). Ma il 61enne canadese è lontano mille miglia dallo stereotipo del rocker egocentrico e indifferente alla società che lo circonda. Il suo spirito di attivista lo ha portato – oltre a scrivere canzoni come «Ohio» sulla repressione della rivolta studentesca negli Usa di Nixon – a sposare cause sociali come quella degli agricoltori americani, per i quali da un ventennio organizza Farm Aid, un festival musicale il cui incasso viene a loro destinato. O il concerto Bridge School Benefit, anch'esso con vent'anni di vita, destinato a raccogliere fondi per l'istituto Bridge School di Hillsborough, dove studiano giovani con problemi fisici e di linguaggio.

«Non è più il tempo in cui con le canzoni si poteva cambiare il mondo – ammette Young –; oggi spetta alla scienza e alla fisica fare la differenza». Eppure l'attempato rocker non molla e continua a graffiare i potenti con parole e musica; soprattutto quei signori di Detroit che «è meglio chiudano bottega subito se da qui al 2015 non sono almeno capaci di fare macchine che percorrano 100 miglia con un gallone» ha scritto Young sul sito d'informazione Huffington Post.

© Riproduzione riservata