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Ora Torino riapre il dossier Opel

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Mercato e industria

Ora Torino riapre il dossier Opel

  • –di Monica D'Ascenzo

Chiusa per ora con successo la partita Chrysler, la Fiat si appresta a riprendere in mano il dossier della possibile intesa con Opel. «Una pagina da aprire», dicono fonti vicine alla casa torinese. Un dossier in cui il Lingotto ha come rivale la Magna International, che ieri ha proseguito il pressing su Opel e sul governo tedesco.

«Noi non parliamo di un'acquisizione, noi diciamo che vogliamo aiutare la Opel» ha dichiarato ieri il numero uno di Magna, Frank Stronach, confermando pubblicamente così, per la prima volta, il suo interesse ad entrare nel capitale della società. «Noi siamo fornitori della Opel ed è nel nostro interesse che la società goda di buona salute» ha proseguito Stronach nel tentativo di rassicurare il governo e i sindacati tedeschi sul mantenimento dei livelli occupazionali alla Opel.

D'altra parte la vicenda sta assumendo sempre più dei contorni che esulano strettamente dalle considerazioni finanziarie e industriali. Il governatore della Renania Palatinato, Kurt Beck (Spd), ha criticato duramente proprio ieri il ministro dell'Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), per la sua gestione della vicenda: «Il modo in cui Guttenberg sta gestendo e comunicando il problema Opel è inaccettabile e irresponsabile» ha dichiarato al quotidiano Rheinischen Post. Secondo Beck, governatore del Land in cui si trova l'impianto di Kaiserslautern della Opel, gli accordi con i governatori delle regioni tedesche che ospitano i quattro siti produttivi della controllata Gm non funzionano: «Non ci sono contatti ragionevoli, non ci sono accordi concreti. Gli investitori parlano direttamente con noi». Beck ha già discusso con i vertici della Magna il piano del gruppo austro-canadese per un possibile ingresso nel capitale Opel, definendolo «interessante». Sull'altro fronte politico, questa settimana, Guttenberg aveva criticato coloro che esprimono particolari preferenze per un singolo candidato durante i negoziati, sottolineando che la Opel non deve diventare oggetto di campagna elettorale.

Nel dibattito si inserisce poi la preferenza espressa questa volta dai sindacati tedeschi. Il presidente del consiglio di fabbrica (che rappresenta i lavoratori) della casa automobilistica tedesca, Klaus Franz, è convinto che la Fiat potrebbe offrire al massimo 400 milioni di euro contro i 5 miliardi di euro della cordata di Magna. E contro un'opzione Fiat è sceso in campo anche il numero uno del potente sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall, Berthold Huber: «Se la Fiat entrasse nella Opel, temo che le prime vittime sarebbero gli impianti di Bochum (Nord Reno-Westfalia, Ovest) con 5mila lavoratori, e di Eisenach (Turingia, Est) con 2 mila lavoratori», ha detto.

Su questo punto il governo tedesco era comunque già stato chiaro: ai potenziali investitori aveva chiesto garanzie sui posti di lavoro e sugli impianti della società in Germania. E sull'argomento insiste Stronach: «La Magna è una società molto solida, abbiamo riserve per circa 1,5 miliardi di euro in banca, noi possiamo entrare con sicurezza in una società, senza mettere in pericolo le nostre attività». Il numero uno della Magna ha inoltre confermato la possibile partecipazione di società russe all'operazione, senza però fare nomi. Secondo le indiscrezioni di stampa, il gruppo austro-canadese sarebbe affiancato dal gruppo automobilistico russo Gaz e dalla banca russa Sberbank nel preparare un'offerta da cinque miliardi di euro per rilevare il 50,1% della Opel.

D'altra parte anche il gruppo del Lingotto ha garantito, secondo indiscrezioni di stampa, sia il mantenimento degli impianti tedeschi della Opel, sia i livelli di occupazione. Ma il numero uno del sindacato tedesco Ig Metal a riguardo non ha nascosto i propri dubbi: «In questo modo, crediamo che il futuro di lungo periodo della Opel non verrebbe garantito».

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