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Gm, l'Europa separata dagli Usa

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LA CRISI

Gm, l'Europa separata dagli Usa

  • –di Laura Galvagni

Dopo 80 anni Opel e General Motors tornano a essere due entità separate. Acquistata da Gm nel corso dell'antesignana di tutte le crisi economiche, quella del 1929, Opel, fondata da Adam Opel nel 1862, si ritrova ora momentaneamente "single" ma con un destino già tracciato: prima un trust e poi una nuova proprietà. Nella speranza che torni a produrre auto con profitto. La decisione epocale è stata presa nel tentativo di preservare gli asset europei di Gm dalla bancarotta del gruppo di Detroit, definita «realistica» ieri dalla Casa Bianca. Con il definitivo no dei bondholder allo swap dei 27 miliardi di debito garantiti nel 10% del capitale del gruppo automobilistico, si è aperta infatti la strada dell'amministrazione controllata dalla quale la società dovrebbe rimergere a luglio con lo Stato azionista al 70% e i sindacati al 17,5%. Il governo americano intende infatti imboccare la via del Chapter 11 nel più breve tempo possibile, prima, addirittura, della scadenza del prossimo 1 giugno. Di qui la decisione dello spin-off. Ieri il consiglio di sorveglianza di Gm Europe ha votato il trasferimento dei due brand sotto la Adam Opel Gmbh. Un tassello fondamentale nella delicata partita di salvataggio delle due case automobilistiche. Il portavoce Karin Kirchner ha spiegato che gli asset, le fabbriche, le licenze e qualsiasi altra attività legata a Opel e Vauxhall, entrerà a far parte del perimetro della nuova holding che sarà completamente libera da debito e controllata al 100% da Gm, almeno per ora. Il piano punta infatti, secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano tedesco «Westdeutsche Allgemeine Zeitung», a modificare la struttura societaria a stretto giro in modo tale che Detroit limi la propria partecipazione al 35% a favore dell'ingresso di un fiduciario con il restante 65 per cento. Il consiglio che dovrebbe governare la nuova entità dovrebbe essere formato da due rappresentanti ciascuno per il governo americano e quello tedesco e da un amministratore neutrale.
Perché a Opel e Vauxhall sia poi consentito proseguire nell'attività ordinaria, è previsto un intervento diretto del governo di Angela Merkel e possibilmente anche di quello inglese, vista la presenza di Vauxhall in Gran Bretagna. Il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrück, ha apertamente dichiarato che Berlino si sta adoperando per mettere a disposizione di Opel un finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro. E secondo alcune fonti, una simile opzione sarebbe anche allo studio dell'esecutivo britannico che intenderebbe prendere una decisione entro le prossime 36 ore. Il tutto per permettere a Opel e Vauxhall di approdare nelle mani dell'acquirente senza essere intaccate dalla procedura di Chapter 11 che sta investendo la casa madre americana, che oggi rappresenta lo 0,3% della capitalizzazione del Dow Jones dopo essere stato uno dei principali titoli del listino. La Germania non intenderebbe poi fermarsi qui. Come detto nelle settimane scorse è pronta a mettere sul piatto altri consistenti aiuti a fronte dell'impegno dei nuovi soci a restiuire i denari nel successivo lustro. Una "generosità" che punta a salvare i quattro stabilimenti tedeschi della Opel che occupano ben 25 mila persone, circa la metà della forza lavoro di General Motors in Europa.

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