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Forti tagli con un'alleanza Fiat-Peugeot

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Mercato e industria

Forti tagli con un'alleanza Fiat-Peugeot

  • –di Elysa Fazzino


Fiat e Peugeot sono alla ricerca di un partner, ma non è detto che si scelgano l'un l'altro. E la stampa economica internazionale non lesina consigli.

Sul Financial Times, nella rubrica Lex, si legge che PSA Peugeot Citroen appare tuttora di gran lunga il partito più idoneo per Fiat. «Come Fiat, è specializzato nelle "piccole" ma manca di dimensione e portata internazionale. E' anche dominato dalla famiglia». Proprio ieri – ricorda il quotidiano britannico - Thierry Peugeot, che possiede il 30%, ha detto che la casa automobilistica francese è aperta ad alleanze o partnership, a condizione che la famiglia rimanga il maggiore azionista. Il Financial Times ne deduce che la famiglia Peugeot non ha fatto gli stessi adattamenti mentali della famiglia Agnelli, «che sembra pronta ad accettare la diluizione se ciò massimizza il valore dei loro interessi».

Ci sono però ostacoli: un'alleanza Fiat-Peugeot «avrebbe molta più sovrapposizione» di quanto ne avrebbe avuta Fiat-Opel. Ciò richiederebbe «grossi tagli di posti di lavoro in Italia e in Francia che sarebbero politicamente scomodi». L'elevato debito Fiat «significa che non si può permettere di fare una grande acquisizione», ma si deve probabilmente limitare a una fusione mettendo insieme asset: un elemento che rendeva attraente l'accordo con Opel e che «alla fine potrebbe favorire un accordo con Peugeot». Per ora, probabilmente l'ad Fiat Sergio Marchionne si concentrerà su Chrysler. «Se può dimostrare di avere successo lì», conclude il commento, «Fiat sarà più forte se Peugeot dovesse decidere di farsi avanti».

Sempre sul Financial Times, Paul Betts scrive che Peugeot deve prendere in considerazione un matrimonio di convenienza. Si è molto parlato di Fiat come partner, ricorda Betts, sottolineando però che la sovrapposizione è eccessiva per rendere un'alleanza «politicamente accettabile». Ma per Philippe Varin, il nuovo ceo di Psa, c'è un'alternativa: la Bmw. Un'alleanza Peugeot-Citroen-Bmw sarebbe a suo parere «sensata» poiché ci sarebbe ben poca sovrapposizione. Il problema è che anche la famiglia Quandt, che controlla Bmw, vuole rimanere azionista di riferimento. «Sarebbe un peccato – conclude Betts – se l'ego e l'orgoglio familiare bloccasse un'alleanza così attraente».

Con il titolo «Un'alleanza Peugeot è possibile», il Wall Street Journal dedica spazio alle dichiarazioni di Thierry Peugeot, discendente della sesta generazione di uno dei due fratelli che fondò la Peugeot. Il quotidiano newyorchese ripete, come aveva fatto nei giorni scorsi, che secondo gli analisti i partner più probabili sarebbero Fiat o Bmw. Tuttavia, la famiglia vuole rimanere al timone.

Per Fiat rimangono inoltre ostacoli sul versante americano. Un tribunale federale di New York, scrive il Wsj, ha accettato di ascoltare le argomentazioni del ricorso presentato da un gruppo di fondi pensione dell'Indiana, che contestano la vendita degli assett Chrysler a Fiat. L'udienza si terrà venerdì. «L'accordo deve essere raggiunto entro il 15 giugno, altrimenti la Fiat può potenzialmente ritirarsi», ha detto Chrysler. Il ricorso probabilmente allungherà «di parecchi giorni» la permanenza di Chrysler sotto la tutela della legge fallimentare accordata dal "Chapter 11".

Il Washington Post mette in evidenza che il ricorso mette «un elemento di incertezza» nel ben orchestrato piano dell'amministrazione Obama di accelerare il passaggio di Chrysler attraverso le procedure del tribunale fallimentare. Gli avvocati di Chrysler fin dall'inizio ripetono che più a lungo Chrysler resta nella procedura, più scende il suo valore.

Un altro contenzioso, in rilievo su diversi siti Usa, riguarda i concessionari: oggi il tribunale fallimentare di New York deve decidere sulle richieste di Chrysler di porre fine ai contratti di franchising con 789 concessionari.

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