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«Torino non abbandoni la Sicilia»

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Mercato e industria

«Torino non abbandoni la Sicilia»

  • –di Nino Amadore

Una manovra a tenaglia per convincere Fiat a ripensare la strategia sul sito industriale di Termini Imerese facendone un polo per la produzione di automobili a gpl o metano. In pratica la proposta su cui si confronteranno il governo regionale, l'amministrazione comunale, i sindacati e Confindustria Sicilia è di creare a Termini Imerese un polo produttivo integrato con le università e i centri di ricerca siciliani. La prima tappa è attesa per stamattina: l'assessore regionale all'Industria Marco Venturi (delegato dal governatore Raffaele Lombardo a seguire la vicenda) ha convocato proprio a Termini Imerese un incontro con i rappresentanti sindacali dello stabilimento. La seconda tappa è invece attesa per martedì prossimo: all'assessorato regionale all'Industria si vedranno con Venturi i rappresentanti regionali del sindacato, il sindaco di Termini Imerese Totò Burrafato, i rappresentanti di Confindustria Sicilia.
Già ieri è stata accolta positivamente l'ipotesi avanzata dal ministro dello Sviluppo Claudio Scajola di un contratto di programma per Termini Imerese: del resto sembrerebbe questa la naturale evoluzione di un progetto cui si applica da tempo il presidente del Consorzio Asi, Alessandro Albanese, che aveva già proposto ai vertici di Fiat e della Regione siciliana un Accordo di programma da 20 milioni per rafforzare la produzione di automobili a Gpl. Oggi, dopo l'annuncio di Marchionne, quell'Accordo non è più ipotizzabile ma i protagonisti di questa vicenda tendono a ipotecare la presenza dell'azienda del Lingotto nel palermitano, coscienti che il disimpegno della Fiat avrebbe ripercussioni gravi per i 2.100 addetti (di cui 1.700 diretti Fiat) ma soprattutto per l'intero polo industriale. «Noi – dice Venturi – chiediamo a Fiat di fare chiarezza e di rimanere in Sicilia. Siamo disponibili a mettere a disposizione le risorse necessarie ma Fiat deve garantire che creerà qui una filiera. Intanto mi chiedo perché perché al tavolo romano non è stata convocata Confindustria che rappresenta le imprese».
Nessuno parla di risorse, in questo momento, anche se è chiaro che sembra a tutti urgente recuperare i 90 milioni necessari per la costruzione dell'interporto alla luce di primi interventi fatti sul fronte portuale. Resta da capire se Fiat è disposta a confermare l'investimento di 550 milioni annunciati a suo tempo per la produzione di un modello al posto della Ypsilon. Potrebbero far parte di quel Contratto di programma di cui parla anche Maurizio Bernava, il segretario regionale della Cisl, il quale insiste sulla stategicità del polo automobilistico siciliano. Dal fronte sindacale arrivano i giudizi più duri sull'operato dell'azienda. Per Claudio Barone, segretario regionale della Uil «il piano di riconversione verso il settore della componentistica non offre alcuna garanzia». Per Giovanna Marano, segretaria generale della Fiom Cgil in Sicilia «l'ipotesi di cambiamento della missione produttiva equivarrebbe ad un declassamento e a una lenta agonia dello stabilimento».

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