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Chrysler per il rilancio si affida ai modelli Fiat

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MERCATO

Chrysler per il rilancio
si affida ai modelli Fiat

  • –di Mario Platero

Una graduale eliminazione di alcune delle vetture della gamma Chrysler più conosciute, l'ingresso della 500 entro il 2011 e il ritorno dell'Alfa Romeo in America entro il 2012. Sono queste le principale linee strategiche del progetto di ristrutturazione della linea prodotto Chrysler messo a punto da Sergio Marchionne per rilanciare le fortune del grande marchio americano. Sul piano dell'immagine, si preserverà l'appeal della Chrysler per le fasce di popolazione con reddito medio/medio basso, ma si cercherà di interessare altre fasce di mercato più sofisticate ed esigenti con l'introduzione dei brand europei.
A quattro mesi del rischio di fallimento per Chrysler, la sfida per Marchionne entra nella fase più delicata, quella della trasformazione e del rilancio del gruppo di Detroit. Una sfida difficile perché la quota di mercato della Chrysler è già caduta dall'11,1% di un anno fa all'8,35% di oggi, perché la conorrenza locale di Gm e Ford in particolare si è fatta più aggressiva ed è già più avanti e perché nel complesso, con l'introduzione dei marchi italiani la Chrysler aumenterà il numero assoluto di modelli disponibili invece di diminuirli.
Secondo autorevoli indiscrezioni raccolte ieri a Detroit dal Wall Street Journal, il documento che descrive le principali innovazioni di mercato è ormai finalizzato e sarà presentato mercoledì prossimo a Detroit nell'atteso "Chrsysler Day". Quel giorno Marchionne illustrerà in un incontro con analisti e giornalisti tutti gli aspetti produttivi, industriali, tecnologici, di mercato e finanziari relativi al suo progetto che si propone di salvare la Chrysler da un declino finora inesorabile, rilanciare il marchio, recuperare quote di mercato e, soprattutto, agganciare a questa sfida le fortune finanziarie della Fiat, che darà tecnologia e know how industriale al gruppo americano.
«Non siamo in grado di confermare o smentire quanto ha anticipato il Wall Street Journal - ha detto ieri Gualberto Ranieri, il responsabile delle comunicazioni Chrysler - il giorno in cui saranno presentati i nostri progetti resta mercoledì prossimo. Solo per allora si potrà essere certi su quali sono i nostri programmi». Ranieri tuttavia ha corretto un'imprecisione contenuta nel primo articolo del Wall Street Journal online in cui si affermava che la 500 sarebbe tornata su questo mercato senza il marchio Fiat: «Non parlo né di date né di obiettivi, ma visto che è noto che la Fiat vuole portare la 500 in America posso dire che lo farà con il suo marchio, con il marchio Fiat». Secondo altre indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, la produzione della Fiat 500 potrebbe essere assegnata agli impianti della Chrysler in Canada, che dovevano essere riorganizzati per ospitare nuove linee di produzione.
Per ciò che riguarda l'Alfa Romeo, il programma prevede un ingresso graduale, si comincerà con la Alfa MiTo nel 2012, lo stesso anno si introdurranno un'altra berlina di media cilindrata e l'Alfa Milano. Tutti e tre i modelli saranno realizzati in Nord America. Ma quel che più colpisce del nuovo progetto è la drastica riduzione in tempi brevi di alcuni dei modelli più conosciuti della Chrysler. Alla Dodge, ad esempio, si elimineranno la Caliber, un modello di media cilindrata, la Avenger e il SUV. La reazione a caldo di alcuni analisti su questa linea strategica è stata positiva.

Da sottolineare però che al di là delle affermazioni di facciata e delle strategie di marketing la partita Chrysler per Fiat si gioca in casa, introducendo nella gamma del Lingotto i Suv e i fuoristrada con il leggendario marchio Jeep, un settore quello degli sport utility vehicle nel quale, fatto salvo l'esempio del Sedici, la Casa italiana è assente ma che vale tanto in termini di volumi e di profitti.

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