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Chrysler: 21 modelli entro il 2014 e 3 piattaforme con Fiat

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IL RIASSETTO

Chrysler: 21 modelli
entro il 2014 e 3 piattaforme con Fiat

  • –di Mario Cianflone


Chrysler (con tutti i sui marchi) disporrà di 21 modelli entro il 2014 e condividerà 3 piattaforme con Fiat. È quanto emerge dalle slides presentate sul sito della società prima dell'inizio della presentazione del piano industriale 2010-2014 per rilanciare la casa americana. Ad Auburn Hills è in corso una maratona dove al centro vi sarà il discorso di Sergio Marchionne.

L'amministratore delegato del Lingotto metterà nero su bianco il piano e illustrerà la sua strategia per il rilancio della casa automobilistica americana dei prossimi cinque anni. All'evento partecipano circa 300 persone, tra analisti finanziari e dell'industria dell'auto, rappresentanti dei sindacati, amministratori pubblici e giornalisti.
Sergio Marchionne ha l'obiettivo di dimostrare ancora una volta che lo scetticismo è sbagliato: deve dire agli analisti che le vendite del gruppo Chrysler saliranno a 3 milioni di unità nel 2014 dai circa 1,5 milioni di quest'anno solleverà scetticismo. Nel corso della presentazione, la cui durata è stimata in sette ore, Marchionne illustrerà per tappe i cinque anni che dovrebbero portare al completo risanamento del gruppo Usa.

Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni il marchio Jeep dovrebbe restare l'unico globale: la casa americana punterà progressivamente più su questo brand, vera incona del 4x4, che su altri marchi nel suo cammino di rilancio.

Lo si sapeva fina dall'inizio che non era la 500 il cuore dell'operazione Fiat-Chrysler, ma che al centro dell'affaire automobilistico transatlantico vi erano invece i suv e fuoristrada con il marchio Jeep sul cofano. Ovvero con uno dei due brand (l'altro è Land Rover) più apprezzati al mondo nel settore delle quattro ruote motrici. E Jeep da sempre è sinonimo di fuoristrada.

Già proprio Jeep, dote preziosa di Chrysler nelle nozze con Fiat che costruisce veicoli considerati brutti, sporchi e cattivi: i suv e i fuoristrada. Ma che brutti, sporchi e cattivi lo sono quasi solo per i media mentre, in realtà, al popolo delle quattro ruote piacciono parecchio visto che solo in Europa complessivamente pesano il 10% del totale delle immatricolazioni.

I suv, volenti o nolenti, rappresentano dunque un settore importante dell'industria dell'automobile. Al gruppo Fiat, la dote Jeep fa dunque non poco comodo per espandere l'offerta in un'area di mercato dove esibisce un vuoto pressoché pneumatico visto che schiera solo la Sedici, clone della Suzuki SX e ulteriore figlio del matrimonio fallito con Gm, nonché l'Iveco Campagnola che però è più un veicolo militare e un fuoristrada puro che un Suv.

E il mercato chiede, si veda il successo della Nissan Qashqai o della Ford Kuga, sempre più sport utility di taglia urbana e prezzo accessibile come il recente Peugeot 3008. E Fiat ha bisogno di sfondare in questo importante segmento. Presto vedremo Jeep con motori Fiat più puliti e performanti. Il piano prevede, infatti, il lancio di nuovi modelli ecologici sul mercato statunitense utilizzando motori Fiat, con la tecnologia MultiAir di Fiat che sarà introdotta sui veicoli Chrysler. Infatti uno dei punti chiave del piano di Marchionne è la tecnologia eco compatibile sviluppata in questi anni da Fiat, che è stata anche una delle carte vincenti che hanno convinto l'amministrazione Obama ad affidare all'ad del Lingotto la ristrutturazione del brand americano. Fiore all'occhiello dovrebbe essere la tecnologia Multiair, brevetto Fiat, destinata ad equipaggiare le vetture Chrysler e, in prospettiva, anche Jeep. E così i suv non saranno più brutti, sporchi e cattivi. Anzi, c'è da scommettere che tra un po' diventeranno cool anche negli ambienti più eco trendy.

Il piano contempla anche un futuro americano per la 500. ma per vedere la piccola italo-polacca occorrerà modificarne profondamente la struttura per poter essere omologata dopo aver passato i crash test all'urto posteriore oltre che negli Usa sono molto più serveri che in Europa.

La 500 potrebbe comunque essere la prima vettura Fiat ad essere prodotta oltreoceano, realizzata in Messico e destinata al mercato nord e sudamericano. Il piano, inoltre, dovrebbe segnare il ritorno sul mercato statunitense del marchio Alfa Romeo, mentre le auto ammiraglia, pezzo forte della produzione Chrysler, dovrebbero essere realizzate in sinergia con Lancia, anche se pare improbabile che la Thesis, uscita di produzione senza clamori e rimpianti, possa resuscitare dopo il flop.

Chrysler: 21 modelli

È Jeep l'arma del rilancio di Chrysler (e di Fiat)

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