Motori24

Fiat 500 in Usa a fine 2010

  • Abbonati
  • Accedi
MERCATO

Fiat 500 in Usa a fine 2010

Chrysler investe 179 milioni di dollari per produrre in Michigan i motori Fiat per la 500. L'operazione è stata presentata ieri ufficialmente da Sergio Marchionne ad Auburn Hills in una conferenza stampa con il Governatore del Michigan, Jennifer Granholm e il vicepresidente del sindacato Uaw, General Holiefield.
La produzione verrà avviata nello stabilimento di Dundee a partire dal quarto trimestre del 2010; il propulsore, il moderno Fire 1,4 litri con 100 cavalli di potenza e tecnologia MultiAir, equipaggerà inizialmente la Fiat 500 che sarà prodotta in Messico e destinata per metà al mercato Usa e per il resto al Sudamerica. L'investimento nel motore creerà 573 nuovi posti di lavoro di cui 155 alla Chrysler; l'avvio della produzione permetterà a Fiat di salire dal 20 al 25% della Chrysler, come previsto dall'accordo firmato quest'anno.
«Si tratta di uno dei passi più importanti che dimostra il nostro intento di rispettare le promesse sull'alleanza strategica fra Fiat e Chrysler e la road map che abbiamo presentato in novembre» ha dichiarato Marchionne, secondo il quale «i prossimi due anni saranno decisivi per il piano di rilancio di Chrysler»; il manager ha aggiunto che sarà fondamentale «ricostruire il valore del marchio».
Per lo stabilimento di Termini Imerese della Fiat, intanto, dopo la pista cinese è spuntata quella indiana. Secondo il quotidiano indiano «Business Times» i due gruppi Tata e Mahindra sarebbero interessati a rilevare l'impianto siciliano dalla Fiat. Il quotidiano cita «alti funzionari italiani al seguito della missione del ministro Scajola in India». Lo stesso ministro ha detto peraltro di «non essere a conoscenza di negoziati» e la Mahindra ha già smentito. La Tata, che ha già con Fiat una joint venture in India e il cui numero uno siede nel consiglio del Lingotto, non ha voluto commentare.
Anche in Sicilia la notizia è stata accolta con un certo scetticismo. Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha detto che «sul futuro dello stabilimento ne abbiamo sentite di cotte e di crude: dalla centrale nucleare ai cinesi di Chery fino a un grande centro di rottamazione. Adesso anche gli indiani. La verità è che sono voci. Noi chiediamo alla Fiat di mantenere il sito industriale e di continuare a produrre auto». L'incontro previsto per il prossimo 22 dicembre a Roma per la presentazione del piano Fiat per gli stabilimenti italiani potrebbe slittare – ha detto ieri Scajola – a causa dell'indisponibilità del presidente del Consiglio Berlusconi. (A.Mal.)

© Riproduzione riservata