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Il pedaggio elettronico? Nei Paesi Bassi diventa eco e smart

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Mobilità e Tech

Il pedaggio elettronico? Nei Paesi Bassi diventa eco e smart

  • –di Gianni Rusconi

In Italia abbiamo il telepass e tutti (o quasi) i caselli autostradali della rete nazionale sono predisposti per accettare carte di pagamento elettroniche: eppure un gran numero di automobilisti preferisce ancora ricorrere ai contanti per pagare il pedaggio autostradale. Aspettando più o meno pazientemente il proprio turno in coda, rigorosamente a motore acceso. Per ridurre l'inquinamento da polveri sottili a Milano è stato introdotto l'Eco Pass, e i risultati sono quelli che sono. Nei Paesi Bassi invece si sperimenta, e con successo, un innovativo sistema di pedaggio elettronico, che sfrutta tecnologie Internet e di comunicazione wireless e un apposito dispositivo montato a bordo del veicolo. Un sistema che ha un duplice fine: tassare in modalità "pay per use" i proprietari di automobili, furgoni e camion in funzione del reale utilizzo del proprio mezzo sulle strade e mettere chi sta al volante nelle condizioni di tenere un comportamento più "intelligente" alla guida e finalizzato a ridurre il traffico e i conseguenti impatti ambientali legati ai gas di scarico. La rivoluzione in questione porta la firma di Nxp Semiconductors (l'ex divisione semiconduttori di Philips, che detiene il 20% del capitale della società) e Ibm, che hanno messo a fattor comune le rispettive competenze – la prima in fatto di chipset che supportano connettività di rete mobile, localizzazione satellitare e standard di identificazione elettronica destinati anche all'industria dell'automotive, la seconda alla voce data center, applicazioni software e molto altro – per sviluppare una soluzione che a partire dal 2012 sarà adottata dal governo olandese. L'obiettivo è ambizioso: servire nell'arco dei prossimi sei anni da oggi tutto il parco circolante (8,5 milioni di veicoli) di una nazione dove il 90% dei 16,5 milioni di abitanti vive nei centri urbani e in cui ben il 70% degli automobilisti non percorre più di 20mila chilometri in un anno.

La soluzione: Gps, reti mobili e pagamenti elettronici
Satellite, reti mobili, applicazioni software, chipset con integrati ricevitore Gps e sistemi di identificazione e pagamento in forma elettronica: un condensato di tecnologie per mettere su strada un progetto concreto di telematica. Da questi presupposti e dal fatto di abbinare standard tecnologici consolidati a modelli di gestione del traffico necessariamente orientati al fattore ambiente è nata una soluzione "smart" che permetterà a milioni di automobilisti di viaggiare meglio, consapevoli dei costi che devono sostenere per percorrere strade locali e autostrade e dei vantaggi derivanti da una condotta di guida più attenta e razionale. Il tutto secondo uno schema sulla carta molto semplice: il satellite comunica con il dispositivo "On Board Unit" dotato di modulo Gps che tiene traccia della strada percorsa, quest'ultimo invia in modalità wireless via reti Gprs i dati al sistema di back-office centrale che calcola chilometro dopo chilometro i costi (in funzione di fascia oraria, itinerario e tipologia di veicolo) per l'automobilista, visualizzandoli in tempo reale sul display del mini computer installato in modo permanente a bordo. Il vantaggio sta nel poter modificare giorno dopo giorno - avvalendosi di una cronistoria digitalizzata dei propri viaggi, di informazioni dedicate e dell'accesso ai più diffusi servizi di navigazione stradale come per esempio Google Maps – percorsi e orari dei propri spostamenti per ridurre i costi d'utilizzo dell'auto (i test dicono un risparmio del 16% al chilometro) ed evitare fastidiosi quanto costosi congestionamenti nel traffico delle ore di punta per l'accesso e il deflusso dai grandi centri urbani. Meglio (e non solo meno) ci si muove, in estrema sintesi, e più si risparmia. E a guidare il conducente alla ricerca di una condotta più "intelligente" c'è per l'appunto la tecnologia: che fornisce riscontri in tempo reale, attraverso il display della "on board unit", del costo del percorso prescelto e del costo totale del viaggio unitamente a una serie di informazioni (in futuro anche quelle di navigazione su mappe stradali) per gestire più razionalmente gli spostamenti e servizi di utilità quali le chiamate di emergenza (in ottemperanza al progetto eCall dell'Unione europea) o la telediagnosi. Il sistema di pedaggio "pay per use" inventato da Nxp e Ibm ha quindi un'altra prerogativa, quella di garantire la massima riservatezza dei dati personali di viaggio dei singoli automobilisti equipaggiati con la "On Board Unit". Tali dati vengono archiviati nel dispositivo e sono scaricabili tramite comune chiavetta Usb dal solo proprietario del veicoli e l'unica informazione che viene inviata ai server dove risiede il programma di "road pricing" è per l'appunto quello dell'importo da pagare per i chilometri effettivamente percorsi

Un modello replicabile su larga scala
Per ora i primi (e unici) fruitori di questa innovazione tecnologica sono il governo olandese e le autorità locali competenti in materia di trasporti e viabilità urbana. Il prossimo passo, come ha confermato al Sole24ore.com Giovanni Violi, sales manager dell'ufficio italiano di Nxp, potrebbero essere i produttori di automobili. Che potrebbero adottare in toto il "pacchetto" oppure integrare il chipset nei computer di bordo preinstallati sulle proprie vetture di serie. In Fiat lo stanno per esempio già analizzando e lo stesso stanno facendo varie case che producono dispositivi Gps, per cui la società olandese sta sviluppando la compatibilità della sua On Board Unit. Il classico TomTom, questo uno scenario per il momento solo futuribile, abbinerebbe alle classiche funzionalità di navigatore quelle di "tassametro" elettronico intelligente. Meno auto sulle strade significa infine anche minori emissioni di biossido di carbonio e ciò che promette la tecnologia in questione è la possibilità di implementare, grazie all'utilizzo della tecnologia Gps, tali sistemi in programmi di gestione del traffico su larga scala e non limitatamente a singole città. Soluzioni simili a quella testata ad Eindhoven, ha spiegato in tal senso Eric-Mark Huitema di Ibm, sono infatti già in uso a Stoccolma, Brisbane, Singapore e Londra, interessano milioni di automobili e sono una delle tante facce del paradigma "smart planet" che ispira molti progetti innovativi della società americana.

Con «il tassametro on board » si viaggia meglio e si spende meno

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