Motori24

Cybercar elettriche, prove pratiche di messa in strada

  • Abbonati
  • Accedi
Mobilità e Tech

Cybercar elettriche, prove pratiche di messa in strada

  • –di Gianni Rusconi

Veicoli leggeri e a guida automatica, ad alta tecnologia e senza conducente, ergonomici e a basso impatto ambientale. Il cui impiego oggi è ancora limitato a sperimentazioni o progetti in via di realizzazione, e comunque limitati ad aree circoscritte chiuse al traffico. Un domani, però, potrebbero invece trovare spazio accanto ad auto e bus sulle strade cittadine, dando estrema concretezza ai principi di mobilità sostenibile di cui si parla tanto (a volte senza particolare competenza e reale costrutto) e da tempo. Di macchine cibernetiche se n'è discusso, e soprattutto se n'è vista l'applicazione sul campo, anche in Italia, a Formello, nei pressi di Roma, dove si è tenuto a inizio marzo uno "showcase" organizzato dal consorzio CityMobil e gestito dal Centro per il Trasporto e la Logistica (CTL) dell'Università "La Sapienza", centro impegnato da più di 10 anni su questi sistemi di trasporto e coordinatore di sette diversi progetti avviati in Europa. Le cybercar rappresentano l'espressione più materiale e tangibile del concetto di Cybernetic Transport Systems, e cioè sistemi di trasporto innovativi pensati per le città del futuro. Sistemi per cui la Commissione Europea ha finanziato vari progetti ad hoc, il cui capostipite è stato CyberMove, aventi il fine di dimostrare l'efficacia (non che l'affidabilità, la sicurezza e la facilità d'uso) di tali soluzioni evolute nel risolvere i problemi di mobilità dei centri urbani, dove la possibilità di ridurre il traffico delle auto private con soluzioni complementari ai comuni mezzi di trasporto pubblici sono ovviamente le benvenute.

I sistemi di trasporto cibernetici
Cosa sono le cyber car è presto detto: veicoli che si guidano da soli e che sfruttano due tecnologie fondamentali, una di navigazione per capire dove sono e decidere dove andare, e una seconda di identificazione degli ostacoli per percepire la presenza di pedoni, ciclisti ed ogni altro ostacolo sulla traiettoria di marcia. Una delle prerogative di questi mezzi del futuro è quella di utilizzare propulsori elettrici a batteria che consumano meno di un quinto dell'energia di una automobile per passeggero. All'atto pratico sono pensati per viaggiare su percorsi pedonali e coprire pochi chilometri, collegando per esempio quartieri residenziali periferici alle stazioni di treni o metropolitane e garantendo un servizio di trasporto pubblico molto capillare e disponibile in una fascia oraria più ampia, finalizzato a ridurre i tempi di attesa e il rischio di incidentalità di diversi ordini di grandezza. Al momento non possono vedere la strada al fianco di automobili, scooter e furgoni per un semplice motivo: non sono ancora omologate per farlo, tanto che le sperimentazioni pilota realizzate, come all'aeroporto di Heathrow a Londra, prevedono tutte la completa "segregazione" della via. L'utilizzo di sistemi interamente automatici per facilitare l'accesso a un impianto pubblico da parcheggi remoti – è il caso nuova fiera di Roma, dove è in fase di realizzazione un progetto di trasporto cibernetico - non esclude però il fatto che le stesse tecnologie possano trovare applicazione anche in aree aperte al traffico. Proprio per collegare Formello alla stazione ferroviaria più vicina si sta valutando un sistema di car-sharing avanzato che prevede una sola persona alla guida di cinque veicoli ecologici omologabili per andare su strada.

Consumi ridotti a un terzo, impatti ambientali più che dimezzati
Quanto possono rendere, in termini di capacità di trasporto ed efficienza energetica, i Cybernetic Transport Systems? Compito del progetto CyberMove era ed è tuttora quello di valutarne le prestazioni sul campo ed i risultati emersi dalle simulazioni effettuate hanno in sostanza confermato come si potrebbe cambiare le modalità di spostamento dei cittadini nel caso prendessero il posto (o si affiancassero) dei sistemi di trasporto pubblico tradizionali. Trasportare fino a 20mila persona per ora, tale è il limite massimo ipotizzabile per una cyber car, significa eguagliare la capacità di una metropolitana (i tram si fermano in media a 5mila persone ora, gli autobus a 3mila), per quanto la velocità media di uno di questi veicoli è stimabile intorno ai 13 km/h e il loro utilizzo è limitato ad aree chiuse al traffico. Se le performance in fatto di tempi medi di attesa per gli utenti (da 30 secondi a cinque minuti) a parità di portata sono più che buoni e comunque migliori in confronto a quelli garantiti dal trasporto pubblico, sul fronte dei consumi e degli impatti ambientali per passeggero, invece, non sembra esserci storia. Le cyber car, infatti, richiederebbero nella migliore delle ipotesi circa un terzo dell'energia di cui necessita un bus da 100 posti passeggero e rilascerebbero nell'atmosfera emissioni nocive pari al 10/ 50% di quelle di un bus e al 2/20% di quelle di un'auto. E stando ai calcoli a suo tempo elaborati dal progetto CyberMove anche alla voce investimenti iniziali i vantaggi rispetto ai sistemi di mobilità convenzionali non sarebbero trascurabili, considerando la portata dei benefici generabili. Più sicurezza e meno inquinamento ma anche vantaggi di ordine economico: questo il biglietto da visita dei veicoli ad alta tecnologia che potremmo in futuro vedere in servizio nei centro storici di una città come in un parco tecnologico o un campus universitario, in un quartiere periferico come in un piccolo paese. Sempre che, come osservano i ricercatori del Centro per il Trasporto e la Logistica dell'Università "La Sapienza", saranno superate barriere che si chiamano certificazione e omologazione dei sistemi ma anche la difficoltà a trovare una forte convergenza di interessi da parte di tutti gli attori (pubblici e privati) coinvolti a vario titolo nella gestione operativa della mobilità delle città. Alla Fiera di Roma s un sistema di trasporto cibernetico che si sta sperimentando è deputato a servire un parcheggio di circa 2.500 posti auto dislocato tra la stazione ferroviaria e l'ingresso dell'impianto: è un primo, importante, passo nella direzione di una mobilità sostenibile. In Olanda ci sono arrivati nel 1997.

Tabella 1: Consumo medio di un Cybernetic Transport Systems

Fonte: CyberMove consortium (2004) - p*km: passeggero per chilometro

Tabella 2: Figure di costo dei Cybernetic Transport Systems

Fonte: CyberMove consortium (2004)

VIDEO / Le cybercar in servizio a Covilha, Portogallo

Trasporti innovativi ed ecosostenibili, ecco il futuro della mobilità

© Riproduzione riservata