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Mazda, novanta anni nel segno del coraggio

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CELEBRAZIONI

Mazda, novanta anni nel segno del coraggio

  • –di Marcello Lo Vetere


Dici Mazda e pensi alla MX-5. Bella, bella… Ma la storia della casa di Hiroshima non è legata solo alla quella spiderina aggressiva e bella da guidare che, dal 1989 a oggi, è stata venduta finora in oltre 800mila esemplari.
Prima di quel successo planetario Mazda era un marchio poco conosciuto in Italia se non a una ristretta cerchia di appassionati dei motori rotativi: particolari propulsori caratterizzati dalla camera di combustione piatta e da un sottile disco rotante al centro.

La Maxda RX7, bellissima e aggressiva coupé dalla linea marcatamente a cuneo e i fari a scomparsa, era l'emblema Mazda nel settore delle vetture a motore rotativo. Venduta in oltre 1,8 milioni di esemplari, ottenne importanti successi anche nelle competizioni: vinse nella classe GTU alla 24 ore di Daytona del 1979, nel British Touring Car Championship del 1980 e nella 24 ore di Spa dove si mise dietro una pattuglia di potenti BMW.
Il pallino di Mazda per il motore rotativo risale al 1961, quando Kenichi Yamamoto comprò il brevetto del motore rotativo "Wankel" per montarlo sulla sua prima vettura di produzione: la Cosmo Sport del 1967.

Tuttavia, quel primo motore consegnato a Hiroshima, vibrava moltissimo: una debolezza che Yamamoto-San e i suoi ingegneri avrebbero perfezionato con una migliore tecnica di lubrificazione.
Il risultato fu ottimo e Mazda riuscì a dare vita a un motore praticamente privo di vibrazioni, capace di girare a regimi elevatissimi. Questa tecnologia è stata utilizzata per quasi 2 milioni di vetture, inclusi la 787B che vinse Le Mans nel 1991, e l'attuale RX-8 con motore rotativo Renesis.

La saga dei motori rotativi prosegue oggi all'insegna delle recenti tematiche legate all'ecocompatibilità. Negli ultimi 20 anni Mazda ha sviluppato il motore rotativo a idrogeno. Al momento è utilizzato in Giappone e in Europa nella RX-8 idrogeno RE e nella Mazda 5 idrogeno RE ibrida.
A Mazda si deve anche dell'innovativa tecnologia dell'iniezione diretta di benzina i-stop: un sistema di frenata che porta il motore al minimo (risparmiando carburante), e posiziona i pistoni in modo da fare riavviare il motore in soli 0,35 secondi: circa due volte più veloce dei sistemi tradizionali. Tutto grazie a un software di controllo motore avanzato. Si tratta di un passo avanti rispetto ai diffusi sistemi stop & start e permette di risparmiare fino al 14% di carburante.

Anche sulle motorizzazioni a gasolio Mazda ha saputo innovare facendo ricorso anche alle nanotecnologie per i catalizzatori degli impianti di scarico. Per i suoi motori diesel, Mazda ha creato un filtro anti-particolato (DPF) con una struttura di base in ceramica che permette alle molecole di ossigeno di essere rilasciate quando brucia il gasolio. Questo migliora l'efficienza del DPF, richiede meno carburante e riduce la frequenza necessaria per la rigenerazione del filtro.

E dire che tutto cominciò a Hiroshima, in Giappone, nel 1920, quando Jujiro Matsuda fondò la "Toyo Cork Kogyo Co." per la lavorazione di prodotti derivati dal sughero. Nel 1931 iniziò la produzione di un piccolo autocarro a 3 ruote e, nel 1960, Mazda debuttò nel mondo dell'automobile con la sua prima vettura a 2 porte, la graziosissima R360.
In chiusura vale la pena ricordare che, alla fine del 1990, Mazda reinterpreta lo stile delle sue vetture - dalle piccole city car fino alle spaziose monovolume - connotandole con un nuovo corso di design battezzato "Zoom-Zoom": sono le nuove automobili che all'abitabilità e al piacere di guida abbinano carrozzerie moderne, aerodinamiche e personali.

Oggi Mazda Corporation possiede unità produttive e di assemblaggio in 16 Paesi del mondo (oltre al Giappone, in USA e Thailandia). Esporta i suoi prodotti in 148 Paesi. Mazda Corporation è quotata allo Stock Exchange di Tokyo- La Filiale Italiana – Mazda Motor Italia - ha iniziato la sua attività nel 2000.

La storia di Mazda in pillole

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